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MOZART un vienneseitaliano percorso biografico e stilistico per analizzare Il Don Giovanni Chi era Wolfy Salisburgo 1756 Vienna 1791 Il primo pianista prodigio che anticipa il concetto di ID: 773957

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Presentation Transcript

MOZART, un viennese-italiano percorso biografico e stilistico per analizzare Il Don Giovanni

Chi era Wolfy? (Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791) Il primo pianista prodigio che anticipa il concetto di tournée… ., ma anche un ottimo violinista Un compositore che attraversa tutti gli stili dell’epoca e anche quelli precedenti (galante, osservato, contrappuntistico, eroico, comico italiano, comico-vernacolare [ singspiele ], classico… .) Compositore di corte o libero professionista? Cagionevole di salute Un giocherellone che amava il turpiloquio: molto probabilmente era affetto dalla sindrome di Tourette

Chi era Wolfy? Un cattivo amministratore delle proprie sostanze Un grafomane (epistolario in tre volumoni e più di 628 opere in tutti i campi musicali) Un abitudinario: scrive musica tutti i giorni ( es.Moravia ) Una persona che subiva i rapporti troppo soffocanti (padre e arcivescovo di Salisburgo)

Figlio di cotanto padreChi era L eopold Mozart?Uomo colto, educato al ginnasio dei Gesuiti di Augusta, violinista (autore del famoso metodo per violino), maestro di cappella alla corte dell’arcivescovo di Salisburgo

Come si forma il piccolo Wolfgang? Rudimenti compositivi del padre (Minuetti nello stile galante, corretti da Leopold) Personalità di secondo piano a Salisburgo: Michael Haydn , fratello di Joseph Ma soprattutto grazie ai vari tours imposti dal padre:

I viaggi nel Nord Europa (62; 63-66) 1762, Monaco (opera italiana); Vienna (corte) concerti con Nannerl e conoscenza Wagenseil (sinfonista), ma ignorano l’Orfeo di Gluck… 1763-1766: Monaco, Augusta, Treviri , Magonza , Francoforte (Goethe di soli 14 anni ascolta Wolfy ), Bonn, Bruxelles, Parigi, Londra, Amsterdam, Aja , con la conoscenza di Johann Christian Bach , di Schobert e dell’orchestra di Mannheim

Mannheim Creatore: principe elettore Nascita: 1742 Organico: 48 (1748) – 50 (1750) – 58 (1756) – 90 (1778) Teatro di corte: progetto italiano (Galli Bibiena ) (1742) Tre generazioni di sinfonisti (Johann Stamitz ; Carl Toeschi ; Francois Gossec)Disciplina severa; influenza su Mozart (1777-78) carolusbellus@copyright 7

Mannheim – caratteri stilistici Per anni definito il maggior pregio Dinamica : forte-piano; crescendo Forma sonata: netta differenzazione aree tematiche Sonorità : equilibrio archi-fiati; ruoli solistici fiati e definitivo impiego clarinetto; attenzione al ruolo della viola Melodia: dilatamento frase melodica; incisi contrastanti; appoggiature e acciaccature espressiveArmonia: dilatamento ritmo armonico Ritmo: impiego ritmi maestosi e puntati; per creare tensione sincopati, accelerandi e contrasti carolusbellus@copyright 8

I viaggi in Italia (dicembre 1769- marzo 1771) Dopo tre anni a Salisburgo , si reca a V erona, Mantova, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli per chiudere con Torino e Venezia. Conosce a Milano Piccinni e il coreografo Noverre ; a Bologna Padre Martini; Nardini a Firenze; la polifonia romana; si accosta al quartetto (K80) in una locanda di LodiGrande successo per il Mitridate a Milano (1770), ma Maria Teresa sconsiglia l’assunzione di un “saltimbanco” a F erdinando, arciduca di Lombardia

Salisburgo – (1773 – 1777) Dopo il ritorno dal viaggio in Italia, Mozart fu assunto come musicista presso la corte dell'arcivescovo Colloredo , con il quale i rapporti rimarranno sempre molto tesi. Dopo il soggiorno a Vienna del 1773 (conosce i primi capolavori di Haydn), non ottiene nel 1776 il permesso per un nuovo viaggio in Italia.

Le lettere A padre Martini da Salisburgo (1776) “La Venerazione, la Stima e il Rispetto… […] Vivo in un paese dove la musica fa pochissima fortuna” (p.60 Lettere a cura di Enzo Siciliano) All’arcivescovo Colloredo da Salisburgo (1777) “Non posso importunare Vostra grazia… ” (p.61)Sulla difficoltà ad ottenere permessi dal perfido Colloredo

Da Monaco a ParigiNel 1777, passando per Monaco (dove stava nascendo il teatro naz.tedesco ), si imbatte nei Mannheimer, nei melologhi di Benda e si innamora di Aloysia Weber, cantante Nel 1778 arriva a Parigi in compagnia della madre

Parigi marzo 1778 Concert Spirituel: successo con la sinfonia n°30 K297 “Parigi” (ascolto movimento I) (7’28’’) Pubblica sei sonate per pianoforte e violino , ma poco interesse da parte della società francese affascinata da Gluck e da Piccinni (ascolto i movimento sonata in sol K306) (11’) Muore la madre e viene tradito da AloysiaLettera a Leopoldo ( Murara, vol.II pa.9 13)

Sinfonia n°30 K297 in re maggiore “Parigi” Concert Spirituel, 1778 per l’impresario Le Gros Stile mannheimer : notevole ricchezza di suono Fastosa scrittura orchestrale Partitura ricca di fiati in cui impiega per la prima volta i clarinetti (concerto K622)

Sonata K301 in sol maggiore Allegro: Ricerca della simmetricità pariteticità strumenti Fraseggio regolare Ritmo armonico lento Parco uso degli abbellimenti

La seconda rottura Rientrato a Salisburgo nel ‘79 mal sopporta il veto ad amministrare il suo patrimonio musicale Concerto gratis a Porta Carinzia e per gli ospiti di Colloredo Messo alla porta dal conte Arco , gran maestro di cucina…… Licenziato da Colloredo nel 1781

Le lettereAl padre, 1779 da Monaco “[…] Le giuro sul mio onore” (p.165) Al padre, 1781 da Vienna “Sono ancora pieno di bile!” (p.177)

Vienna: la libera professione Si trasferisce a Vienna dal 1781 pur con qualche breve viaggio (Praga, Monaco, Berlino… ) 25 dicembre 1781 : gara con Muzio Clementi (riportata in una lettera del gennaio 1782) ‘ 82-’83: concerti pubblici per piano e orchestra nelle sale pubbliche o private (ascolto K 467- Andante) (7’15’’)Poche lezioni private, editori, matrimonio con Costanze, sorella di Aloysia (che nel frattempo si era sposata con un impresario teatrale)

Concerto per pf. n°21 K467 in do maggiore Eseguito a Vienna il 12 marzo 1785 e acclamato per il grande successo Cantabilità sommessa e suadente del II movimento, uno dei tempi più belli dell’intera produzione mozartiana (fine 2 ore lezione)

Crisi economica-apogeo creativo – 1786-1791 1786 le Nozze di Figaro , dopo i successi iniziali, vengono dimenticate; trionfo del Don Giovanni (1787) a Praga 1787 muore Gluck e il padre Leopoldo 1787 nomina onorifica di Mozart a compositore di corte (100 danze di società); con l’elezione di Pietro Leopoldo II (1790) non ottiene molti incarichi; la stessa Clemenza di Tito (1791) ebbe una accoglienza “ freddina” da parte di Pietro Leopoldo, eletto imperatore di Boemia.1789 sei quartetti per Federico Guglielmo II, ma senza avere incarichiAscolto quartetto “prussiano” n°1 K575 (7’10’’)

Quartetto prussiano n°1 K575 Dedicati a Federico II di Prussia, violoncellista Scrittura matura nella quale emerge il dialogo tra 1° violino e violoncello Tema su note lunghe che procedono in senso ascendente, per poi discendere impiegando il cosiddetto “ritmo lombardo” (sedicesimo e ottavo puntato, Vivaldi)

Crisi economica-apogeo creativo – 1776-1791 (2) 1790, Così fan tutte , ordinatogli dalla corte, passa in secondo piano per la morte di Giuseppe II Estate 1791 successo di pubblico (ma non per la corte) a Praga della Clemenza di Tito per l’incoronazione di Leopoldo II (Con Leopoldo II secondo ottiene la nomina a secondo maestro di cappella) Commissione del Requiem e messa in scena del Flauto Magico in un teatro viennese di secondo piano

Perché M. non sfondò come libero professionista? (1) Complessità del tessuto musicale delle sue opere ( Nozze di Figaro ritenute noiose, nonostante l’orecchiabilità di alcuni temi ) Non gode della pubblicità del manifesto programmatico di Gluck-Calzabigi Prototipo del virtuoso era Muzio Clementi: pianista europeo, legato all’editoria e ai costruttori di pf . (Mozart rimane statico, quando nasce il virtuoso itinerante)

Perché M. non sfondò come libero professionista? (2) Vita troppo breve…(Salomon lo voleva a Londra con Haydn, altri lo volevano ad Amsterdam; anche i magnati ungheresi… ) Altre città “più tedesche” di Vienna capiscono prima il suo valore ( Mannheim , Monaco e Praga) …ma era prematuro il nazionalismo prima dell’invasione di Vienna da parte di Napoleone

Il mistero della morte…. Non fu avvelenato da Salieri (demenza; lavoro teatrale di Puskin e film Amadeus), ma morì a causa di “una febbre biliare acuta” provocata da una cronica insufficienza renale, aggravata da un infezione terminale Funerale semplice e fossa comune (non partecipò Costanze perché malata)

le malattie di Mozart e…. Serie di infezioni da streptococco; grave poliartrite (ginocchia); febbre tifoidea; vaiolo; tonsillite streptococcica; febbre reumatica; reumatismi, mal di denti e mal di testa; 1791 incline alla depressione e alla paranoia

L’orecchio “piatto” 156 cm…testone e naso aquilino

Le tre fasi della sua produzione 1763-73: formazione 1773-81: maturità a Salisburgo 1781-91: ultimo decennio a Vienna

Formazione (1) Esplorazione dei generi musicali prevalentemente strumentali:Sinfonie in 3 movimenti; poi in 4 con Minuetto in terza posizione Quartetti in Italia ( Boccherini ) e 27 sinfonie; poi quartetti viennesi (Haydn); quintetti ( Boccherini ); 1768 Prime prove teatrali: La finta semplice (buffa); Bastiano e Bastiana (singspiele)1773 Sturm und Drang: Sinfonia in sol minore K183 ascolto I movimento (10’13’’)

Sinfonia n° K183 in sol minore Composta a Salisburgo il 5 ottobre 1773 Definita “la piccola” perché come la K550 (n°40) è una delle due in tonalità minore In 4 movimenti (minuetto), evolvendo dai 3 tipici dell’ouverture all’italiana Sinfonia intrisa dello spirito pre-romantico come la sinfonia degli addii di Haydn Dopo l’introduzione basata sull’insistente sincope, compare I tema con ritmo febbrile per poi aprirsi al canto dell’oboe; secondo tema in maggiore (come addii)

Altri elementi di drammaticità Uso reiterato dei ribattuti degli archi Uso degli unisoni Volatine improvvise Ricerca del contrasto (PANNELLI GIUSTAPPOSTI) : 2° tema al relativo maggiore; così come uso oboe per 1° tema Vezzosità e impertinenza del 2° tema con impiego appoggiature Transizione non modulante (subito in Si b; solo alla fine con 7° sensibile verso fa magg.) Sviluppo prevalentemente in minore

Maturità a Salisburgo 1775: 5 Concerti per violino ascolto III movim .- n°3 in sol maggiore K 216 (5’46’’) 1776: prime sonate per pianoforte (aspetta 10 anni) e concerti per pianoforte per sé e per la giovane Jeunehomme , donna misteriosa incontrata anche a Parigi ( Paumgartner ); musica sacra e d’occasione per Colloredo 1777-78: viaggio a Mannheim e Parigi sei sonate per pianoforte e violino; sinfonia concertante per violino e viola K364 ascolto I movimento (13’10’’)1780-81: Idomeneo (libretto metastasiano con impianto da tragedie lyrique )

Concerto per violino in sol Forma del concerto vivaldiano per i tre movimenti e l’alternanza tutti/solo: Scrittura violinistica di primo livello anche in orchestra III movimento con elementi “ciclici” Allegro con inserimento di un Andante , un Allegretto in gusto francese e la ripresa del tempo I

Sinfonia concertante per violino e viola Composta a Salisburgo nell’estate del 1779 E’ di fatto un “doppio concerto” per violino e viola (accordata un semitono più in alto per ragioni timbriche; come concerto n°1 di Paganini); anche se l’orchestra non si limita ad accompagnare e quindi mantiene il suo ruolo sinfonico

Ultimo decennio a Vienna Teatro : Ratto dal serraglio (‘82-grande gioia); poi i capolavori con Da Ponte: Nozze, Don Giovanni e Così fan tutte (86-87-90) Scoperta di Bach e di Haendel ( van Swieten ): fuga per due pf K426; quartetto K387 e Jupiter ; ouverture FMQuartetti dedicati ad HaydnAltri concerti per pianoforte1791: Clemenza di Tito; Requiem; Flauto Magico

Mozart operista (1)Formazione : a Londra (‘64) viene influenzato da J.Ch. Bach e rimane affascinato dai castrati (Giovanni Manzuoli ); scrive arie da concerto Prime prove a Salisburgo : Oratorio (‘67) con Michael Haydn per corte e intermedio in latino per università; Dal ‘68 al ‘72 intenso periodo di produzione operistica su modelli italiani: La finta semplice (opera buffa su libretto di Goldoni),

Mozart operista (2) ‘69 in Italia vede opere di Hasse ( Clemenza ) e riceve la scrittura per Mitridate e Lucio Silla ( opere serie , Milano); serenata d’occasione (per nozze arciduca ): Ascanio in Alba (Parini librettista)Dal ‘72: Con il rientro a Salisburgo attività operistica rallenta: Sogno di Scipione (serenata per arrivo Colloredo); altre opere buffe e serie (Finta giardiniera; Il re pastore… ); musiche di scena ( Thamos con Schikaneder ) Da questo momento scritture solo da Monaco, Salisburgo, Vienna e Praga

Maturità operistica (3) ’80-81 Idomeneo per Monaco: tagli al libretto di Varesco , ma spirito gluckiano (cori, intersezioni secco-accompagnato) ’82 Ratto dal serraglio ( singspiele ) ’83-86: opere frettolose (Oca del Cairo, Sposo deluso , il capocomico: opera metateatrale come Dirindina) 86-90: trilogia con Da Ponte (86, 87, 90) ‘91: Clemenza e Flauto Magico

Le ascendenze italiane del melodramma mozartiano Muti, lezione sul Ritorno di Don Calandrino di D. Cimarosa (‘78) (dal n°4) (17’ circa) Mozart (Così fan tutte) e i clichées della scuola napoletana… La malinconia: “Ho negli occhi un fosco velo” (azione che si ferma e inizia l’introspezione) Aria di Irene e aria di Despina “Paghiamo o femmine” (fine 2 ore lezione)

Lorenzo da Ponte - Italia(Vittorio Veneto, 1749-New York, 1838) Abate dalla vita raminga, amico di Carlo Gozzi, di Giacomo Casanova e ammiratore di Jean-Jacques Rousseau Vita costellata dalle fughe: Nel ‘76 da Treviso (insegnante) per accademia di poesia (ISPIRATA A ROUSSEAU) Nel ’79 da Venezia relazione con donna sposata dalla quale aveva avuto un figlio; festini in cui suona il violino

Lorenzo da Ponte-Vienna (Vittorio Veneto, 1749-New York, 1838) Amante dei viaggi , del teatro di prosa e delle donne (dal ’79: Gorizia, Dresda , elettore di Sassonia) Per arrivare a Vienna nell’81. Alla corte di Giuseppe II: conosce Metastasio , Salieri, Martin y Soler, Gazzaniga ; Diventa poeta dei teatri imperiali e collabora con Mozart; rivalità con il librettista di Salieri, Giovan Battista CASTI (Prima la musica, poi le parole) Relazione con “la Ferrarese” (cantante): nuova fuga per ragioni sentimentali

Lorenzo da Ponte-Nuovo Mondo(Vittorio Veneto, 1749-New York, 1838) Fugge anche da Trieste (relazione con donna inglese); poi anziché a Parigi, arriva a Londra nel ‘93: poeta del teatro italiano ; appalta la bouvette ; libraio-tipografo e fabbricante di pf .; inseguito dai creditori…1805: New York , da droghiere a professore universitario di lett.italiana 1833: assiste al successo del Don Giovanni; spinge la Malibran

Opere - Memorie Pag. 125 – Bulimia lavorativa “Io gli [ sic ] amava tutti e tre”… Pag. 107 – Polemica con Casti “Il conte frattanto, dopo aver tentato invano” Pag. 129 – Praga e Vienna “Io non avea veduto a Praga”

Il libretto del Don Giovanni Meriti: nitore, incisività e immediatezza linguistica Scritto in fretta prendendo spunto da quello di Giovanni Bertati (il librettista) e Gazzaniga (Venezia, 1787) lingua più pregevole e spiritosa nel maneggio del verso e della rima sfronda figure secondarie (donna Ximena e Lanterna, altro servo di Don Giovanni); allarga ruolo Donna Anna (emblema vendetta)mantiene inizio e finale tragici (anche se finale doppio); trucchi opera buffa (mascheramento inizio secondo atto)

Ecco l’immediatezza linguistica Che titoli cruscanti! Zitto: mi pare di sentir odor di femmina Scena quinta Lep .Don Giovanni …e la creatività linguistica Conciossia [qualora] quanto quando fosse che Il quadro non è tondo Scena quinta Le. DE (prima dell’aria del catalogo)

Don Giovanni, ovvero il dissoluto punito, dramma giocoso Messa in scena: NOSTIC TEATHER, PRAGA, 29 OTTOBRE 1787; seconda rappr . a Vienna (7.5.88) Librettista: Lorenzo da Ponte Cast: Don Giovanni, basso-baritono (Luigi Bassi cantava con voce tenorile); Donna Anna, soprano (Teresa Saporiti GIOCO DI PAROLE nella scena finale: oh, che piatto saporito !) ; Don Ottavio, suo promesso sposo (tenore); Commendatore, padre di Donna Anna (basso profondo); Donna Elvira, dama di Burgos, abbandonata da DG ( soprano); Leporello, servo di DG (basso-baritono); Masetto (basso-baritono) e Zerlina (mezzosoprano-soprano), contadini promessi sposi; contadini e contadine. Fu un fiasco a Vienna nell’88, ma affascinò in seguito Goethe, Beethoven, E.T.A. Hoffman, Byron, Kirkegaard , G.B. Shaw

Don Giovanni, ovvero il dissoluto punito, dramma giocoso Cast : Don Giovanni, basso-baritono (Luigi Bassi cantava con voce tenorile); Donna Anna , soprano (Teresa Saporiti) ; Don Ottavio, suo promesso sposo ( tenore) ; Commendatore, padre di Donna Anna (basso profondo); Donna Elvira, dama di Burgos, abbandonata da DG ( soprano ); Leporello , servo di DG (basso-baritono); Masetto (basso-baritono) e Zerlina (mezzosoprano-soprano), contadini promessi sposi; contadini e contadine. Organico: 2 fl. 2 ob . 2 cl. 2 fg . 2 cor . 2 trombe, 2 tromboni, timp organico archi limitato a Praga (4, 4 , 2, 1, 2 cB )

Don Giovanni – storia di un soggetto teatrale dal 1600 al XIX secolo 1615 Rappresentazione del dramma del conte Leonzio di autore anonimo, ma riferita dal teologo, il gesuita Paolo Zehentner a Ingolstadt (Germania). “ Il conte Leonzio ha la sciagurata idea di invitare a cena un teschio contro il quale aveva inciampato. Leonzio , seguace di Macchiavelli, viene condannato all’inferno dalla morale controriformistica dei Gesuiti” Ascolto Davico Bonino DVD Don Giovanni, Accademia della Scala CD ROM accademia Mozart e DG/metamorfosi di DG/Al teatro dei Gesuiti AL TEATRO DEI GESUITI ( circa 15 minuti )

Don Giovanni – storia di un soggetto teatrale dal 1600 al XIX secolo 1630, El burlador de Sivilla dell’abate spagnolo Tirso de Molina (incontinente d’amore e ingannatore) CD rom/Tra avventura e satira sociale (15 minuti)1665, Don Juan del francese Moliere (enfatizzato l’aspetto del libero pensatore)CD rom/ Don Giovanni sotto censura (15 minuti) 1669, Ateista fulminato del francese Rosimond (sfida alla giustizia divina, peccato dello spirito) 1736, Il dissoluto di Goldoni (tolti aspetti soprannaturali)

Don Giovanni – storia di un soggetto teatrale dal 1600 al XIX secolo Grande fortuna ottocentesca con George Byron Soren Kirkegaard : D.G. come puro slancio vitale; carne vivificata in assenza di spirito Christian Grabbe unisce Faust a Don Giovanni ….Ma anche nel NovecentoG.B. Shaw (Man and Superman) conferisce a DG una sfumatura sociale: è la donna l’ape regina, DG è succube della sua passione…fino al Dissoluto assolto di Azio Corghi (Teatro alla Scala, 2005)

Don Giovanni oggi secondo Claudio Risé “Guardare DG non è facile. E’ un po’ come cercare un fantasma. Il movimento, la velocità e la predilezione per l’oscurità lo accompagnano e contribuiscono a renderlo inafferrabile. Don Giovanni, prima ancora di essere un seduttore, è un amante del caos. In questo amore per il caos DG ha come complici donne piene di ingegno e di fantasia che per affermarsi (per noia o per protesta) vogliono il CAOS.”

Don Giovanni secondo i musicologi Pirrotta e Mila (spiegati da Davico Bonino) Vitalismo Sfuggevolezza Solitudine Incoscienza CD ROM accademia Mozart e DG/metamorfosi di DG/Ma chi è DG

A Praga e non a Vienna Grande successo Nozze di Figaro e di altri concerti con Mozart pianista E’ l’impresario praghese Domenico Guardassoni a scritturare Mozart, dopo il grande successo delle Nozze Buon livello orchestra. Mozart stimato da Stamitz e Benda; amico di Duschek che lo ospita nella sua villa di campagna, compagnia di cantanti di Bodini (con Luigi Bassi e Teresa Saporiti)Si trasferisce a Praga nell’ottobre 1787, ma incontra difficoltà durante le prove: cantanti giovani; modifiche alla partitura (legni al cimitero e musiche sul palcoscenico; là ci darem riscritta 5 volte) Leggenda dell’ouverture composta in una notte

Dramma-giocoso…ossimoro (da qui) Da Ponte ci racconta le ultime ventiquattr ’ore di vita di DG , prima che sprofondi negli inferi, dopo aver compiuto le sue ultime malefatte Inizio e fine drammatici (anche se nel finale i superstiti tornano in scena per fare la morale agli spettatori); poi si sviluppa la parte comica Non si può capire DG senza queste due parti

Introduzione, presentazioni dei personaggi Mentre Leporello attende il padrone, lo stesso dichiara che non vuole più fare il servitore (rivoluzionario ante litteram; osservatore; il comico su di lui) Don Giovanni, che ha tentato di fare sua Donna Anna, irrompe in scena inseguito dalla donna che cerca di scoprirne l’identità (libretto . “Nono sperar se non m’uccidi, ch’io ti lasci fuggir mai”) (errore , furia incontenibile, forza del demoniaco?) 3. Esce Donna Anna e entra il Commendatore che sfida a duello DG ( Gluck ) 4. Morte del Commendatore Lettura libretto

La struttura (5’ 35’’) 1. Leporello: Introduzione (1-19)- A (20-33) B (34-44) A’ (45-57) + transizione (57-70) 2.Ingresso di DA e DG: A (70-90); B (90-98); C (98-116); C’ (116-134) 3. Ingresso del Comm.: sutura+parte vocale in versi quinari (135-158) pausa; duello (160-175) 4. Morte del Commendatore (176-194)

Donna Anna e Don Ottavio (1) Precede questa sezioni il recitativo Leporello-DG : Leporello giudica le azioni di DG usando l’ironia (due imprese leggiadre… .) Recitativo accompagnato di Donna Anna con Don Ottavio: apparentemente in do maggiore, ma tonalità non rispettata per instabilità armonica e per l’intervallo di 2° minore (del canto enfatizzato dall’orchestra) (tradizione del madrigale e del “lamento” seicentesco)battuta 30 “ Padre amato…io moro”: ombre che scendono dai violini, ovvero arpeggio discendente

Donna Anna e Don Ottavio (2) Introduzione al duetto (bb.45-62): emerge il carattere contemplativo di DO, impulsivo, ma debole (la figura meno virile di tutta l’opera, pur essendo l’unico tenore… ): Graduale crescendo di intensità drammatica con figurazione ben marcata dei violini sul finire (b . 61); fraseggio rotto

Donna Anna e Don Ottavio 3a Duetto (63-222): struttura: allegro A (63-89) B (89-104) B’ (105-123); recitativo maestoso adagio tempo primo C (126-155) D (156-168) C’ (168-189) appendice (189-222)“Atmosfera e ritmo gluckiano”; contrattempo archi (b .70)Donna Anna sembra confondere Don Ottavio con Don Giovanni (fuggi crudele) ed è lei a sbloccare la parsimonia melodica dell’inizio con un canto sempre più espressivo (b . 91); rimane nelle orecchie “Lascia o cara..hai sposo e padre in me” con “singhiozzo” dei fiati (7° discendente)

Donna Anna e Don Ottavio 3b Duetto (63-222): struttura: recitativo maestoso adagio tempo primo C (126-155) D (156-168) C ’ (168-189) appendice (189-222) Accenti drammatici con ribattuti e ritmo puntato; strano giuramento di DO non come eroe che cerca vendetta, ma “agli occhi tuoi… ”“Che giuramento o Dei..” unione di sgomento e d’ira; sembra quasi una cabaletta; vocalizzi finali con funzione onomatopeica (ondeggiando)

Don Giovanni-Donna Elvira-Leporello Recitativo DG-Leporello : ennesimo cambio di scena e differenze tra partitura e libretto (notte-alba chiara); non sappiamo esattamente quanto sia trascorso (inizio opera frammentato) Testo che si lega poco alla successiva aria di Elvira, ma arguzie verbali di Da Ponte (sento odor di femmina) che vivificano la materia

Don Giovanni-Donna Elvira-Leporello Chi è Donna Elvira? Invenzione di Moliere che se la immagina come una ex-suora. In Da Ponte è invece una donna in abito da viaggio proveniente da Burgos in cerca di chi l’ha abbandonata. Rappresenta l’amore, patetico e commovente donna socievole - al contrario di Donna Anna – coinvolta dai lazzi di Leporello

Aria di Donna Elvira Aria di sortita e non terzetto (Don Giovanni e Leporello con brevi interventi) nella patetica e solenne tonalità di Mi b maggiore Struttura: introduz . (1-12) A (13-22) B (22-58) A (59-92) + coda (92-108) (Mila A-A’ +coda ) Aria di vendetta (barbaro dov’è?) per profilo ritmico, uso salti e salite verso il registro medio-alto nel finale; ma la strumentazione con i clarinetti sembra suggerire altro: musica tenera e passionale (clarinetti) e presenza di piccoli demoni del desiderio (trentaduesimi di B). E’ come se D. Elvira fosse combattuta tra due opposti sentimenti.Coda per prolungare aria nel recitativo successivo

Recitativo DE-DG-Leporello (da qui) Donna Elvira racconta la storia d’amore con Don Giovanni: lusinghe di matrimonio a Burgos e poi abbandono nel pianto Comicità Leporello : pare un libro stampato….non sarete né la prima, né l’ultima DG si dilegua e chiede a Leporello di spiegare alla donna TUTTO…le sue imprese; raccontarle il suo catalogo (l’idea del catalogo la ritroviamo già in un Convitato di pietra del XVII sec.)

Leporello-Donna Elvira L’aria del catalogo: aria doppia Allegro Introduz . (1-16) A (17-37) B (37-49) A’ (49-84) Minuetto, andante con moto A (85-124) A’ (125-172) Caratteristiche: pieno stile comico dell’aria in stile vocale declamato; ma struttura insolita che passa da veloce a lento… ; osserviamo DG dalla lente deformante di Leporello (Vedere Don Giovanni fermo è sempre difficile…; sentiamo i racconti su di lui)

Prima parte Catalogo Dopo le prime affermazioni Leporello , si ascolta il contributo pittoresco dei fiati (b . 16-17) con motivo guizzante che torna tre volte Leporello abbandona la declamazione per il canto solo in Spagna (con corona)

Seconda parte Catalogo Aria cantabile con grande evidenza espressiva (legame testo-musica):b. 99-100 ( dolcezza =cromatismo ); b . 106-107 ( grande =valori dilatati e sale verso l’alto); b . 115 (la piccina=valori brevi)Aria pervasa comunque da un vago tono cerimonioso e da una certa compiacenza di L. (voi sapete quel che fa) come se volesse essere lui nei panni di DG!

Paese contiguo al palazzo di DG Dopo che Elvira manifesta il suo disappunto nel recitativo (subirà l’umiliazione di assistere al corteggiamento di Zerlina ), l’azione si sposta in una festa di nozze di due contadini Masetto e Zerlina , vicino al palazzo di DG (difformità con altre edizioni del libretto che indicano strada o locanda)

Masetto+Zerlina+coro Solarità sol maggiore ( eros e thanatos convivono); Alternanza solista coro ( opera comique ) in una struttura ( A 1-17 strumentale A’ Zerl+coro . 17-39 A’’ Mas.+coro 40-63 A’’’ Z+M 63-75 CORO 75-86 ) simmetrica; Contadini non convenzionali, ma dotati di una loro vivacità e concretezza ( Masetto , soprattutto… ) Mondo folcloristico “stilizzato”, ma non lezioso: Mozart sembra giocare con il teatro quasi fosse uno “straniamento brechtiano ” come nel concerto durante il banchetto di DG

Aria di Masetto Dopo che nel recitativo DG dichiara di voler esibire la sua protezione verso Zerlina , offre a tutti il rinfresco e minaccia Masetto mostrandogli la sua spada… Intanto Leporello cerca di imitare DG insidiando le ragazze… .Alter ego (anche io esibisco la mia protezione)

Aria di Masetto Aria d’azione senza introduzione strumentale: A (1-39) A’ (39-61) A’’ (61-96) Caratteristiche : testo ironico (sorda protesta sociale) ( chino il capo ); melodia semplice con insistenza ritmica (serva padrona); testo denso di gestualità implicita non presente nel registro alto ( ho capito signor sì); Elementi musicali : Fanfara iniziale ( cocciutaggine Masetto ); ritmo che sembra un ironico inchino (b.21 fagotti); graduale aumento della collera (b. 44); uso di moduli folcloristici: sembra danza campestre (b.49-50); ossessione (b . 77)

Là ci darem la mano Dopo che DG ha omaggiato Zerlina di vari complimenti, la indirizza verso un “suo casinetto ” Duetto diviso in due parti: 1. in 2/4 A (1-18) B (19-29) A’ (30-49) 2. in 6/8 A (49-64) B (64-83) Uno dei pochi casi in cui Don Giovanni entra in azione (oltre all’aria); innocenza di Zerlina (quasi fosse una Legge di Natura); se guardiamo alla musica di Mozart, DG e Zerlina sembrano sullo stesso piano sociale; modificata 5 volte per esigenze cantante

Là ci darem la mano (1° parte) (A) melodia per gradi congiunti con 4° ascendente e 5° discendente che rappresentano il furore erotico (A) Sutura dei fiati conduce mollemente verso seconda semifrase (B) elemento insistente su “non son più forte” (A’) Zerlina sembra incalzare prendendo le frasi a metà con entrate sempre più ravvicinate

Là ci darem la mano (2° parte) Caratteri di una canzonetta stilizzata al massimo con accompagnamento ridotto al minimo Parti procedono per terze , ma atmosfera sembra incantata

Scena X - aria di Donna Elvira (da qui 20.13.13) Recitativo: Don Giovanni deve spiegare a Donna Elvira l’infatuazione di Zerlina (la povera infelice è di me innamorata) Donna Elvira aria di vendetta ; A 1-13 B 14-22 A’ 22-45 Scelta inaspettata per Degrada: aria haendeliana (ritmo puntato e solo archi) dalle dimensioni contenute; stilemi barocchi (andamenti cromatici discendenti, b.23) per rappresentare DE nella sua regalità di donna offesa e umiliata; sfasamento accento sul secondo tempo (b. 3 fuggi ; 15 traditor con cromatismo), ma corrispondente a b . 29 (labbro mentitor )

Scena XI e XII Recitativo: Arrivano Don Ottavio e Donna Anna che chiedono aiuto a Don Giovanni, ancora una volta Don Ottavio parla di vendetta; Entra Donna Elvira, che mette in guardia il “duetto dei vendicatori” dalle gesta di Don Giovanni ( Non ti fidar nel recitativo e all’inizio del quartetto vocale)

Quartetto Graduale consapevolezza da parte dei presenti che Don Giovanni è il malfattore che ha tentato violenza su DA e che ha ucciso il commendatore; Don Giovanni cerca di screditare DE ( è pazzerella ); Struttura simmetrica, come volesse bloccare il divenire drammatico A 1-28 B divisa in 5 episodi 28-35; 35-49; 49-61; 61-67; 68-79 A’ 79-89

Quartetto Struttura simmetrica A 1-28 B divisa in 5 episodi 28-35; 35-49; 49-61; 61-67; 68-79 A’ 79-89 A: atmosfera raccolta, quasi da tono religioso con accompagnamento discreto dei fiati tritono DE (distanza di tre toni. quarta ecc. o quinta dim.) (fidar, o misera, b . 3 e poi in orchestra b .9, ecc)cromatismi DG (la povera, b.19) smascherano le sue falsità In A’ impoverite entrate DA e DO per far risaltare il contrasto tra DG e DE

Quartetto B continua il canto ornato e la densa struttura compositiva 1° episodio : prima cromatismi (menzogna) (b . 19) (ancora in A) e poi interventi neutri di DG (cadenzali) (b . 30), mentre aumenta l’enfasi di Donna Elvira b . 29-30) 2° : aumento tensione con terzine (b .36) e enfasi con impiego appoggiatura (b.39) cromatismi=perplessità (b .41)3°: contrappunto con sogg . controsogg= solennità (io di qui non vado via DO); ricompare il tritono (b . 54); 4°: gioco delle simmetrie dialogiche nello stile buffo (b . 61-62) 5°: sillabazione DG tipica opera buffa

Scena XIII recitativo acc.DAnna Dopo recitativo secco DG (“ Povera sventurata ”), si passa a quello obbligato perché inizia il racconto di Donna Anna (Donna Anna che riconosce dalla voce il carnefice di suo padre - “Gli ultimi accenti che l’empio profferì”) dell’agguato di DG Recitativo accompagnato: Introduzione, Allegro (1-23) Andante (24-53) e allegro (38-40) Allegro (54- 69)Uno dei recitativi accompagnati più belli della storia del melodramma

Recitativo accompagnato – Donna Anna Introdotte trombe per sottolineare la svolta drammatica; rapporto stretto musica-testo; elementi di unificazione (ritmica archi; accordi tesi fiati) Introduzione, Allegro (1-23) figura sacrale bassi modulanti (b . 1); intervalli dissonanti pungenti (b . 10); Andante (24-53) e allegro (38-40) Gounod parlò di “impression des tenebres”. Sincopi in mib dei violini , lunghe armonie degli archi e gioco di modulazioni (b . 24); culmine espressivo con sincopi archi (b . 49-50) Allegro (54- 69) vertice per mobilità modulazioni

Donna Anna: “Or sai chi l’onore” Aria di vendetta: A (70-86) B (86-100) A’ (100-140) In origine quest’aria si contrapponeva a quella di Don Giovanni (Poi nella versione viennese verrà introdotta l’aria di Don Ottavio “Della sua pace”. Contrasto tra ordine e simmetria (pur nel groviglio dei sentimenti) di DA e disordine morale di DG

Donna Anna: “Or sai chi l’onore” A esclusi strumenti dolci; tremolo archi e terzine cbassi (b . 1); melodia per ampi intervalli , che possiede linee più morbide ricordando il padre (b . 77) B (cerca di scuotere DG portando alla memoria il ricordo di suo padre sanguinante… ) affanno realizzato da contrattempo archi; delicati incisi melodici ( Fg.e Ob.) (88 e 90) e varie modulazioniA’ con finta ripresa di B (b.116) e coda (124-fine)

Don Ottavio: “Della sua pace” Nel recitativo secco DO parla sempre di vendetta Aria (inserita nella messa in scena di Vienna) dalle dimensioni contenute e tripartita ; stile opera seria A (1-17) B (18-36) A’ (37-52) +coda (53-fine) Linea melodica che tende al vocalizzo pieno di grazia (A); poi diventa più spezzata, inquieta (passa in minore) e ritmata (B) Pochi elementi di vero patetismo (solo fiati b .23): morte intonata su intervalli neutri (b.12);

Scena XV Recitativo tra Leporello e DG. Servo si lamenta dell’indifferenza di DG e del fatto che ha dovuto arginare la rabbia di Zerlina e DE; ma DG continua nella sua ricerca di femmine… Energia particolare del brano uso ritmo dattilico ( lunga-breve-breve ) e anapestico (contrario) Armonie più aspre del solito

Don Giovanni: “Fin che han del vino” Rondò irregolare A (1-16) B (17-32) C (33-56) D (57-69) A (70-85) E (86-96) A (97-104) E (105-119) A (120-160)Disordine formale: vitalità animalesca di DG Ritmo trascinante e sfuggente dattilo e anapestico: accento cade sulla seconda battutaMelodia banale Strumentazione pesante che enfatizza il ritmo Dinamica senza sfumature: Forte o Piano e impiego sforzati (b . 86) e accordi fiati su tempo debole (b . 36) Sinistri cromatismi (b . 22 e 118)

Scena XVI – giardino del Palazzo di DG Recitativo : sdegno di Masetto nei confronti di Zerlina (non mi toccar…mano infedele), ma Zerlina dice (di non essere stata toccata con un dito..) Aria in cui Zerlina cerca la riappacificazione; alternanza dinamismo (DG e DA) e staticità (DO e Zerlina)Struttura: aria doppia 2/4 A (1-16) B (16-36) A’ (36-52) + coda (52-60) II 6/8 I (60-78) II (78-99)

Zerlina: Batti, batti bel Masetto aria doppia 1° parte: A (1-16) B (16-36) A’ (36-60) + coda; 2° parte I sezione (60-78) II sezione (78-99) Caratteri: portare alla massima raffinatezza un’aria popolare (ossequio alle convenzioni? Solo in parte perché Zerlina possiede un suo carattere preciso) Semplicità: melodia per gradi congiunti (tende a scendere o a salire) ; A’ (variazioni come fosse una prima donna: ironia Mozart); solo nella seconda parte VOCALIZZI VOLUTTUOSI Gruppi di strumenti: archi – fiati per riprendere strumentazione tipica della musica popolare Violoncello obbligato (che emerge grazie alla neutralità degli altri strumenti) come era convenzione nell’opera seria , (la prima parte veniva indicata sul libretto: Boccherini , ad esempio) ma che si muove per intervalli semplicissimi ( cello a mo’ di zampogna nella 1° parte; sciolto e diatonico nella 2° parte)

Il finale secondo Da Ponte Dalle Memorie di Da Ponte: “Questo finale, che deve essere intimamente connesso con il rimanente dell’opera è una specie di commediola o di picciol dramma in sé, e richiede un novello intreccio e un interesse straordinario. In questo deve brillare il genio del maestro di cappella, la forza dei cantanti, il più grande effetto del dramma. Il recitativo ne è escluso, si canta tutto e trovare vi si deve ogni genere di canto”.

Il finale secondo Da Ponte “L’adagio, l’allegro, l’andante, l’amabile, l’armonioso, lo strepitoso, arcistrepitoso e lo strepitosissimo con cui il suddetto finale si chiude; il che in voce musico-tecnica si chiama la chiusa, oppure la stretta… In questo finale devono per teatrale dogma comparire in scena tutti i cantanti” Grande contributo al Finale dato da Goldoni nei suoi libretti

Finale Grandiosa macchina drammatica; pezzi che si succedono con una libertà di forme sbalorditive (senso del rinnovamento continuo) Due piani della vicenda : palazzo di DG e festa con danze; tre personaggi che vogliono “braccare” Don Giovanni Musica d’uso: prima con uso funzionale (descrivere la festa) e poi con intento sommatorio (descrivere il CAOS morale e materiale)

Prima parte del FINALE che ha il suo vertice nella PREGHIERA DELLE MASCHERE

FINALE – Allegro assai 1° Duetto Masetto-Zerlina : Masetto si vuole vendicare e decide di nascondersi per poter poi affrontare Don Giovanni; Zerlina lo invita a calmarsi Struttura: A (1-24) B (24-34) A’ (35-50) A sillabazione veloce che passa da Masetto a ZerlinaB Faccia, dica quel che vuole (3° discendente ripetuta per rappresentare l’ostinazione di Masetto ) A’ ripresa molto libera in cui le voci tendono ad incastrasi sempre di più

FINALE – la festa a casa di Don Giovanni Fanfara, scena XVII Don Giovanni, Zerlina e servi (coro): DG invita tutti a partecipare alla festa Fanfara (50-90): Panorama un po’ squallido dell’allegria dei gaudenti con fanfara senza significativo contenuto melodico, ma solo ritmico (anapestico _ ᴗᴗ ) e armonico Intervento corale : adesione a generiche strutture convenzionali

FINALE – Scena XVIII divisa in tre episodi - I° episodio (1-121) Zerlina , Don Giovanni e Masetto Adesso è Zerlina che vorrebbe nascondersi da Don Giovanni ( Masetto è nascosto in una nicchia): Zerlina vorrebbe scappare, ma DG la scorge e lei gli paventa la dura reazione di Masetto Melodia torna a essere protagonista prima in orchestra (b.93) e poi - con l’implorazione di Zerlina (b . 101) (Ah lasciatemi andar via) e appoggiature di Don Giovanni ( bb .105, 109) - nelle voci Fino a quando - a b . 117 – si uniscono orchestra e voci

Finale – scena XVIII II episodio (122-139) - III episodio (140-168) II episodio : DG scopre nella nicchia Masetto : senso di stupore che pervade la scena (la musica, in re minore, sembra ristagnare ) III episodio : (Adesso fate core e andiamo tutti a ballar) musica che anticipa le danze successive (b.143-147 è frammento contraddanza [“Teisch walzer”] della festa pag.294-295)(ovvero b.440 e segg.)

Finale Scena XIX - I episodio (169-217) Mascheramento tra musica di consumo e preannunzi di dannazione (TOPOS del teatro d’opera: Ballo in Maschera – Wozzek ) Sull’altro fronte DE, DA e DO sono in maschera e stanno procedendo verso il palazzo di DG: Carattere: re minore (simbolo di morte e punizione); archi conferiscono idea del buio; melodia DE e DO impiegano la stessa melodia neutra, ma sembra di ascendenza religiosa (messe di Pergolesi ); mentre DA ne usa una più ampia e intensa (sposo b . 198) Emerge l’ansia dei tre personaggi con le progressioni cromatiche ascendenti degli archi (b . 191)

Finale Scena XIX - II episodio (217-251) Leporello apre la finestra del palazzo di DG e si scorgono le tre mascherine, subito invitate alla festa Caratteri: in lontananza si ode il Minuetto - (b . 197-200) (che si ascolterà dopo alla festa) - che rompe l’oscurità; vago senso di sontuosità; rimangono le “battute pesanti” di Leporello sul suo padrone (“L’amico anche su quelle prove farà d’amor; bb.247-250)

Finale Scena XIX - III episodio (251-272) Preghiera dei tre vendicatori per ottenere la protezione delle “forze positive” Caratteri: luminosità Sib maggiore; episodio breve, ma di grande intensità; con passaggio brusco degli archi Voci : dopo inizio per terze, emergono passaggi in stile contrappuntistico che evocano atmosfera religiosa (ministri di una giustizia divina); così come mancanza CB sembra creare stile a cappella; Uno stile simile si ritrova anche nel Così fan tutte e nel finale della 9° di Beethoven

Seconda parte del FINALE da qui inizia il vero redde rationem per DG

Scena XX - sezione I - (273-359) (da qui – 17.01.14 ) Siamo alla festa; DG invita tutti a mangiare e divertirsi, mentre con Lep . fa la corte alle ragazze; Masetto , che appare “stralunato”, raccomanda a Zerlina di comportarsi bene Struttura circolare: A (273-292) B (293-330) B (331-343) A’ (343-359)Secondo l’ABERT possiede un carattere primitivo e contadinesco; di sicuro la scena si contrappone nettamente alla precedente A Frase orchestrale tumultuosa con un piglio di fanfara di caccia; B lunga e fluida melodia di danza dei violini, curiosa citazione del Farfallone (Quel Masetto ..stralunato; b . 330)

sezione II (360-405) - Scena XXI (ma solo sul libretto; non in partitura. Continuano le differenze tra partitura e libretto!)- Entrano le maschere e si inneggia alla LIBERTA’ (sembra più una libertà di costumi, piuttosto che politica, visto che è DG che la invoca; anche nella Carmen c’è un passo simile) Nell’800 questa parte veniva intonata dal coro e persino dal pubblico Clima aulico e maestoso a causa dell’ingresso dei personaggi travestiti; organico rinforzato con le trombe e i timpani Sul finire della musica si innestano due battute di recitativo (DG invita tutti a danzare)

continua Sezione II DANZE (406-467) Organico: tre orchestre sul palcoscenico: 1° (archi e fiati; oboi bivalenti); 2° (violini e cbassi ); 3° (violini e cbassi ) Inizia la 1° orch . con Minuetto un po’ rigido ripreso sei volte, che segna il passare inesorabile del tempo; 2° inizia accordando (b . 430) e poi contraddanza in 2/4; 3° sempre accordando suona Teitsch danze (rustico walzer in 3/8)

DANZE (simulate-fingete=maschera/volto) Carattere: Ogni danza possiede un suo carattere anche da un punto di vista sociale; sovrapposizione delle danze, oltre che essere un esteso esempio di poliritmia, aumenta la tensione drammatica (difficoltà di esecuzione, ma soprattutto di ascolto per il ‘700) come nel Ballo in Maschera di Verdi e nel WOZZEK di Berg Le voci – soffocate – si inseriscono in modo frammentario; poliritmia b . 450

III sezione: Allegro assai (468-498) Dopo che DG si è portato via Zerlina sul finire della scena precedente, si ode il grido della donna, che fa precipitare tutti in suo aiuto Piena orchestra in fortissimo; senso di libertà armonica (manca armatura di chiave) con uso sforzato (e alternanza Forte e Piano) e sincopi per aumentare la tensione

IV sezione – Andante maestoso (499-532) Don Giovanni cerca di depistare i presenti fingendo di uccidere Leporello (mori iniquo) ripetuto 3 volte, ma Don Ottavio con la pistola in mano si toglie la maschera e apostrofa DG (L’empio crede con tal frode); la frase si trasferisce alle altre 3 voci in imitazione Carattere: ingresso vocale di DG che ricorda lo stile dell’opera seria; stile imitativo delle 3 voci (b . 510, 516, 519) in una sorta di “stile osservato”; voci che poi si ricompattano (L’empio crede con tal frode…Tutto già si sa, sorta di coro dell’accusa)

V sezione – Allegro (532-653) Trema, trema o scellerato Chiusa finale : uso sapiente del concertato tradizionale opera buffa e della tecnica del contrappunto imitato Inizio voci in blocco e poi si dividono in due all’unisono; E’ confusa la mia/sua testa (DG/ Lep ) (b . 585) Vendetta (scalette vertiginose archi; b . 600)Colpo di coda di DG (ma non manca in me il coraggio); protervia dannati danteschi sottolineata da frase ascendente (b . 615) Più stretto (CODA) : contrappunto in 5° e ritmica differente per complicare ulteriormente il senso di CONFUSIONE; POSSENTI FIGURE ACCORDALI (b . 437)

ATTO II Prima parte del II atto è meno felice drammaturgicamente perché Da Ponte inserisce topos dello scambio di persona (riappare il tema del travestimento, tipico della commedia dell’arte ) non esiste questa parte in Bertati perché l’opera è in un solo atto Mentre il I atto si caratterizza per la caccia a DG, il secondo si concentra sul suo castigo

Scena I - Duetto Lep.-DG Ennesimo cambio di scena : Strada; a lato la casa di Donn ’Elvira con un balcone….si fa notte a poco a poco Duetto: Leporello è seccato per l’ultimo affronto di DG (averlo quasi ucciso) Musica divisa in tre sezioni I (1-30) II (30-53) III (53-70): Allegro assai in sol maggiore con il classico stile da opera buffa ; pariteticità tra melodia DG e Lep .

Scena I Recitativo interessante perché basato su un clichée teatrale tipico della commedia dell’arte: Lep . e DG si scambiano gli abiti per consentire una nuova avventura galante… . “Han poco credito con gente di tal rango gli abiti signorili” la serva di DE

Scena II terzetto DG, Lep. DE Testo: Appare DE alla finestra e si lamenta per il suo destino; Lep . e DG commentano; Nuovamente DE cade nel tranello di DG (travestito, ma con Lep . davanti a lui) e si lascia trascinare dalla forza della sua personalità (che strano effetto…non so s’io vado o resto); poi DG si vanta con Lep . Struttura musicale: A (1-19) A’ (19-34) B (35-54) A’’ (54-84)

Terzetto “delle falsità” A-A’ : melodia intensa (piena di appoggiature) di DE, poi ripresa da DG (colore tenero garantito da clarinetti e malinconia dai fagotti) Battuta 14 c’è un tema circolare prima cantato da Lep . (A) poi da DE (A’): tema della beffa B : brusco passaggio a Do magg (lontano da La); citazione della villotta (un tono sotto) come finzione massima (uso settenario che nobilita) (DISCENDI O GIOIA BELLA)DE non crede e tensione si esprime con bassi cromatici (b.46-51) mentre DG ( 7° discendente b . 52) per recitare “la commedia” A’’ voci simili su testi diversi ( Lep . vorrebbe tutelare DE): LEGGERE!

Recitativo e Canzonetta (da qui 24.01.2014)di nuovo DG in azione, mai fermo a riflettere su di sé e sdoppiato perché in maschera Recitativo: Lep . - travestito da DG - fa di nuovo la corte a DE, che sembra essersi dimenticata il passato; DG che osserva la scena si prepara alla serenata per la serva di DE Canzonetta: Struttura A (1-14) B (15-24) :II E’ una villotta veneziana (conosciuta grazie agli italiani: Cimarosa ) in 6/8; ritmo avvolgente dei duetti di felicità; orchestrazione elementare con archi pizz. (disprezzo di DG per la prossima conquista); straniamento con mandolino e voce suadente DG

Scena IV aria di DG Recitativo: mentre irrompono Masetto e i contadini per vendicare l’onore di Zerlina , DG (travestito) li vede. Esce dal nascondiglio e si appresta a dare indicazioni. Aria: A (1-10) B (11-44) A’ (44-60) + coda (60-84)Caratteri: stile opera buffa; musicalità implicita nell’uso dei versi settenari, timbro sordo e spento con mordenti archi che evocano tamburi;

Aria di DG “Metà di voi” A e A’ rigidità militaresca delle note ripetute B la melodia diventa più animata e fa pensare all’aria dello champagne (aria DG, primo atto); descrizione autoironica di DG (se un uom e una ragazza passegian per la piazza), aiutato dai commenti di fagotti e oboi (b.11); stretto rapporto musica testo (ferite pur, ferite pur) con impiego sincope e intervalli ampi per rappresentare chi mena fendenti (b .39) [ma non sembra così efficace in un andante] CODA Tu sol verrai con me (porta con sé Masetto )….Vedrai cos’è (ironia di DG) ripresa da intervallo di 3° discend . che passa dalla voce all’orchestra. Sembra eco aria del catalogo (voi sapete quel che fa)

Scena V – scena VI Recitativo: DG si apparta con Masetto , lo bastona e se ne va Recitativo: arriva Zerlina in soccorso del suo amato Masetto ; tra i due emerge la grande tenerezza (mi duole un poco questo piè..questo braccio…questa mano)

Aria di Zerlina “Vedrai o carino” Zerlina dice che possiede un balsamo per curare le ferite d’amore; balsamo che si trova vicino al suo cuore… Aria semplicissima: introduzione strumentale (1-8) A (9-52) pausa B (53-85) + coda strumentale (86-104) Unione due elementi: popolaresco nella prima parte; luoghi comuni dell’opera (Pergolesi , Serva Padrona) nella seconda (senti battere il cor) con archi che imitano battere del cuore (b . 53) e toccami qua (trillo b . 73)

Scena VIIAtrio con tre porte della casa di Donna Anna; è buio. Breve recitativo in cui Donna Elvira vorrebbe appartarsi con Leporello (sempre travestito da DG) , ma questi, invece, vorrebbe fuggire via; alla fine Leporello scompare e lascia Donna Elvira al buio Segue uno dei capolavori del DG: il sestetto

Sestetto Sestetto: desiderio di Mozart di compattare l’aspetto drammaturgico, frammentato da troppe ariette; sensibilità drammaturgica di Mozart, fine conoscitore della lingua italiana E’ stato considerato come un secondo finale (Casanova diede grande importanza a questo sestetto): Mila non è d’accordo; Il Dent (riteneva vi fosse una divisione in 3 atti) e Degrada invece pensano che lo sia per una serie di motivazioni che condivido:

I parallelismi tra il sestetto e il II finale 1° protagonista è Leporello , alter ego di DG 2° vi sono dei giustizieri , mentre alla fine è una forza soprannaturale che punisce 3° la tonalità a cui si arriverà nella zona centrale (quando Lep chiede perdono perché si sente BRACCATO) è sol minore, la stessa del vero finale4° figure musicali analoghe scalette gluckiane (b. 88 e 99) e cromatismi (99-100 e segg.)

Che cosa succede nel sestetto? DE è vicina a Lep.(travestito da DG) ma si sente sola perché è al buio; Lep . vorrebbe svignarsela, trova una porta, ma non serve per uscire; nel frattempo arriva DO che consola DA; Lep . trova una seconda uscita, ma si imbatte in Zerlina e Masetto . I vendicatori vorrebbero ucciderlo, ma DE si oppone; Lep chiede perdono in ginocchio e viene scoperto (Dei, Leporello)Lep è confuso (Mille torbidi pensieri)

SestettoDiviso in due parti: La prima, molto libera, ripartita in 8 differenti sezioni - Andante La seconda , che sembra proprio un finale da opera buffa, in 4 parti – Molto allegro

Sestetto – I parte (1-130) Struttura: A (1-13) B (13-27) C (28-61) D (62-70) E (70-87) F (87-98) G (98-114) H (114-130)Costruzione molto libera che inizia con una serie di interventi solisticiA: la solitudine di DE ( sola in buio loco) rappresentata dal pathos della 7° discendente su loco (b . 4) e dai contrattempi archi (b . 5 e b . 12 su MORIR ); si aggiungono sincopi (b . 9) B Leporello non trova la porta per uscire…stile comico con il classico sillabato

Sestetto - I parte C: Entrano i due vendicatori. Improvviso cambio d’atmosfera: Brusco passaggio da Mib a Re magg ( mib ritorna da b . 49) Cambio strumentazione: clarini (trombe) e timpani Don Ottavio melodia composta (Tergi il ciglio rivolto a DA), ma patetismo violini secondi; Donna Anna (Lascia la mia pena) cita fuggi crudele (I atto, b .63 n°2), cioè disperazione per la morte del padre

Sestetto - I parte D Donna Elvira è alla ricerca di DG (Lep . travestito), ma questi vuol sempre fuggire E Fino a quando giungono Masetto e Zerlina (si compatta il sestetto) , lo scoprono e vorrebbero ucciderlo, ma DE chiede pietà: stile opera buffa con interventi delle voci divisi in blocchi scala cromatica a singulti dei violini che diventa elemento saliente di ben 4 sezioni e rappresenta l’angoscia crescente dei personaggi

Sestetto - I parte F I vendicatori ribadiscono di volerlo uccidere (morrà) Episodio di grande forza drammatica e di ispirazione gluckiana ; voci compatte che scandiscono il loro intendimento (morrà) contro DE che chiede pietà

Sestetto - I parte G Leporello si butta in ginocchio e implora pietà Sol minore (la stessa tonalità del vero finale); Leporello più che un basso comico sembra un baritono verdiano; melodia inizialmente indugia sulla tonica (come se farfugliasse) , poi la paura sembra sciogliergli la lingua (lasciatemi per carità) ( intervallo di 7° disc. b.108) (lasciatemi) e aiuto solo dagli oboi

Sestetto - I parte H si scopre che è Leporello e non DG Modula da sol m a Mib Gusto per la sorpresa espresso dal piano sottovoce delle voci compatte Torna il motivo a spirale ( scala cromatica a singulti b . 121) (stupido/a resto)

Sestetto – II parte (131-277) Atmosfera cambia completamente: sembra finale da opera buffa! Struttura: introduzione (131-147) – A (147-192) A’ (192-239) coda (239-277) Introduz . : Leporello è solo contro tutti (Mille torbidi pensieri)A – A’: classici scioglilingua da opera buffa in Lep. Mentre voci compatte (tranne vocalizzi DA b.223) Coda: inusuale episodio a cappella dei vendicatori (b . 251-259) per poi riprendere il flusso dell’opera comica

Scena IX e aria di Leporello Recitativo: tutti recriminano contro Lep e vorrebbero punirli Nell’aria Lep chiede pietà e incolpa DG : si rivolge a DE (compatite); a Zerlina (non sa nulla del pestaggio di Masetto ); a DO (non ha il coraggio di dire nulla). Non si rivolge a DA (sono troppo diversi). Perde il controllo e indica la porta dove aveva tentato di fuggire; poi finalmente trova la porta ed esce Aria: in sol; forma libera con elem . unificante (b . 9); melodie per ogni personaggio; spaesamento finale fino alla tonica (uscita)

Aria Leporello “Ah, pietà signori miei” Elemento unificante (b . 9-13; 72-79; 96-106) (Do ragione a voi) Zerlina : sillabazioni (b . 45-59) DE: trilli dal carattere barocco nei primi (b . 50-52); scalette (archi) che evocano la passeggiata tra Lep e DE (53-63)DO: evocato da figure barocche (b.64-70)Confusione e nonsense verbali: canone molto stretto (1/4 a b .72-82); MOTIVO: Leporello vuole scappare e cerca la porta d’uscita.

Scena X e aria Don Ottavio soppressa nella replica di Vienna (perché il cantante Morelli la considerava troppo difficile… .) e sostituita da quella del I atto (Della sua pace) Recitativo: di fronte a DE, Masetto e Zerlina , DO pronuncia l’ennesima promessa di vendetta … .(per Degrada DO non può scendere al livello di DG) e nell’aria e nell’aria chiede che gli altri (…?) vadano a consolare DA Aria doppia: introduzione (1-7) A (8-29) B (29-49) A’ (49-70) B ’ (70-93) epilogo (93-101) Aria seria di ascendenza italiana; virtuosismi (senza finalità esteriori) come omaggio all’Italia; A scura con sordina (si B magg ); B in sol minore; soavità timbro clarinetti

aria Don Ottavio: “Il mio tesoro intanto” tolta dall’esecuzione viennnese per incapacità del cantante A e A’ : (Il mio tesoro) melodia affettuosa per gradi congiunti (8-19); Segue una seconda frase (19-29) con aggressivi intervalli ascendenti e finale con vocalizzi B: in minore; intervalli si allargano su vendicar (b . 32) e finale con vocalizzi B’: figurazioni gluckiane (76-78) con pausa coronata per aumentare pathos (vendicar)

Scena Xb con duetto Lep – Zerlina inserito al posto dell’aria di DO a Vienna, ma sempre omesso nelle successive rappresentazioni Recitativo: Zerlina si vendica su Leporello : lo prende per i capelli e lo trascina; lo mette sulla sedia e lo minaccia con il rasoio; infine gli lega le mani Duetto Leporello-Zerlina “Queste tue manine” che non aggiunge nulla sotto il profilo musicale…ma è funzionale dal punto di vista strettamente drammaturgico perché nel finale di questa scena entra Donna Elvira, che poi canterà recitativo accompagnato e aria.

- Perché tutte queste arie? Non esisteva il concetto di finale unitario Ogni aria, oltre a soddisfare i vari cantanti, era un gesto forte per connotare i vari personaggi Non a caso per DE e DA usa arie in forma di rondò che hanno andamento STATICO Quest’aria di DE ci fa capire come sia ancora innamorata e quanto sia turpe il comportamento di DG

Scena Xe – recitativo accomp . DE e aria Recitativo accompagnato: in cui DE riflette sui misfatti di DG e invoca giustizia; nella seconda parte riflette sul suo destino misero. Nell’aria che segue DE si lamenta per i tradimenti di DG (mi tradì quell’alma ingrata) Recitativo acc : I parte (1-22) II parte (23-36) una scelta “forte” di Mozart che vuole sottolineare la drammaticità del momento

Recitativo accompagnato I parte: drammatica: (In quali eccessi, o Numi!)elemento unificante ( bb .1-2; 3, 10, ecc.) II parte: lirica e intensa (Misera Elvira, che contrasto d’affetti) Accordo più dissonante di tutta l’opera: b . 24 settima secondaria; patetismo dato dai cromatismi; sembra musica romantica…

Aria “Mi tradì quell’alma ingrata” Aria rondò: A (1-51) B (51-75) A (75-91) C (91-117) A (117-135) D (135-160) coda (160-165)Aria da concerto voluta dalla cantante Caterina Cavalieri per la replica viennese e rimasta stabilmente in partituraRealizzata con materiali simili per creare una sorta di staticità (anche per aria DA in seguito); anche clarinetti, fagotti e flauti riprendono motivi voce per sottolineare unitarietà

Aria “Mi tradì quell’alma ingrata” 1° idea molto agitata (b .1-4) Elemento unificante (51-53) Palpitando: vocalizzo astratto che pone in rilievo la parola (b . 108-110); e fa riferimento alla retorica del madrigale (rappresentazione realistica della palpitazione) (sembra SUSPIRATIO la pausa che si amplia di valore) (b . 11-116) Anomala sezione D in cui voce e orchestra si integrano citando A

Limiti drammaturgici= sottomissione ai cantanti….? forse Con l’inserimento di quest’aria si crea un ulteriore spezzettamento del ritmo drammaturgico: Mantenendo l’aria di DO (Il mio tesoro) (tolta a Vienna a causa del cantante), si crea una successione di due arie statiche in stile opera seria che rallentano l’azione, ma che sono rimaste nella prassi esecutiva moderna Se si togliesse l’aria di DO (senza inserire il duetto Lep Zerlina appendice pag.571), DE si troverebbe da sola improvvisamente in scena….

Scena XI - recit.secco Loco chiuso in forma di sepolcreto (riferimento alle tombe degli Scaligeri di Verona perché Gazzaniga era veronese); diverse statue equestri tra cui quella del commendatore: Entra prima DG, poi Leporello ; si ode la voce del commendatore Recitativo: DG nonostante sia in un cimitero è sempre alla ricerca di ragazze; Lep (che compare) lamenta di essere stato bastonato al posto di DG; mentre DG lamenta di essersi invaghito di una fanciulla di Lep , ma poi di essere fuggito nel cimitero perché lei si era messa a gridare; DG si fa beffe e ride… .

Scena XI – recitativo con orchestra e rec.secco Recitativo ACCOMPAGNATO: Si ode la voce del commendatore, accompagnato da clarinetti, fagotti e tromboni Di rider finirai prima dell’aurora Risponde DG e interviene Lep (secco) Risponde nuovamente il commendatore ( acc .) Ribaldo, audace, lascia i morti in pace Caratteri accomp .: declamazione lenta su vari ritmi (trocheo _ U, spondeo _ _ e dattilo _ U U); austerità data dal carattere monofonico; uso tromboni (Alceste di Gluck ; Dreimalige akkord FM e tuba mirum ); salto di 4° disc. (pace) Segue rec.secco : Lep legge lapide Comm ; e DG gli chiede di invitarlo a cena

Duetto Leporello-Don Giovanni Riaggancia Bertati (anche nei particolari), ma con una sostanziale differenza: in Bertati Leporello e Don Giovanni si rivolgono alla statua ; in Da Ponte è Leporello che si rivolge alla statua al posto di Don Giovanni; Lep si rivolge alla statua, ma trema di paura e viene spronato da DG; la statua china il capo due volte (della prima se ne accorge solo Lep ); sgomento di Lep ed entusiasmo di DG

Duetto Leporello-Don Giovanni n°9sullo sfondo la STATUA che annuisce Episodio libero : A (1-72) B (73-84) C (85-108) intervallo di settima come elemento ricorrente Caratteri: alternanza comico e tragico (tonalità solari come Mi, Si e Fa# Magg. (incupite temporaneamente, b. 28, b.44: cad. evitata); elemento ricorrente: intervallo di 7° (padron, 6-7; mio, 25; carità, 91-92); B modulaz improvvisa ( da Mi magg. a Do magg.) Curiosità sulle figurazioni dei violini: mi maggiore inizio funzionale a figurazioni sferzanti (primavera Vivaldi); e bb . 32-44 le figuraz . rappresenterebbero secondo Gounod Lep che “ha problemi di incontinenza… ”

Scena XII Ennesima mutazione di scena: camera tetra Recitativo secco: DO cerca di calmare DA e la invita ad affidarsi ai voleri del cielo Recitativo accompagnato : DA rimane perplessa e sottolinea come sia ferita la sua sensibilità; ma avverte sempre l’amore per DO Caratteri: (da Risoluto a Larghetto) si anticipa il colore dell’aria (Mila ne scorge un carattere bucolico), dove per la prima volta si associano i clarinetti al personaggio di Donna Anna.

Aria DA - “Non mi dir”- Struttura: aria doppia oppure rondò I Larghetto A (1-35) B (35-47) A’ (48-55) B’ (55-63) II Allegretto moderato (forma libera) intro strumentale (64-71) – A-vocalizzi-chiusa cadenzale (72-112) – coda strumentale (112-116) DA da vendicatrice a donna dolente (dolcezza clarinetti); alcuni detrattori: Berlioz , Dallapiccola perché l’aria rompe la simmetria; Secondo Mila serviva per rispettare i soliti equilibri artistici (pretese cantanti) e per far preparare ai tecnici la scena del FINALE Abert – al contrario - riconosce la bellezza aria (chiamata anche aria di oratorio) , utile per inquadrare globalmente il carattere di DA. VOCALIZZI FINALI rappresenterebbero la speranza della donna e la richiesta di pietas nei suoi confronti.

FINALECinque sezioni: CENA con MUSICHE Entrata di Donna Elvira Leporello si sgomenta Entrata del Commendatore Don Giovanni e le forze demoniache

Finale - Allegro vivace Una mensa preparata per mangiare (non specifica luogo) DG sta aspettando il Commendatore, ma intanto mangia con barbaro appetito da solo Struttura aperta : A (1-46) B’ (47-117) B’’ (118-157) B’’’ (158-199)Orchestra sul palcoscenico suona musica contemporanea a Mozart: Una cosa rara (Soler); I due litiganti (Sarti); Nozze (Mozart); nessuna volontà di schernire; Fame atavica: enfatizzata da gioco ripetizioni (b . 66-112) Oh che piatto saporito : gioco di parole facendo riferimento alla cantante Teresa Saporiti Basso albertino prima di SARTI (b . 112-116)

Farfallone amoroso: perché? 1. ci risponde Kirkegaard : Cherubino è l’opposto di Don Giovanni : non ha un oggetto preciso; è innamorato dell’amore ; ( Papageno è l’amore coniugale) Don Giovanni cerca di possedere solo delle donne-oggetto, ma senza ricercare l’amore (ultima cena da solo…) 2. ci risponono Mila e Dallapiccola : Forse, “Non più andrai farfallone” è risposta al commendatore: “Di rider finirai pria dell’aurora” E’ l’ultimo avvertimento per Don Giovanni 3. Era - in ogni caso - MUSICA DI SUCCESSO

Finale – scena XIV allegro assai Entra DE per offrire un’ultima possibilità a DG; chiede a DG di cambiar vita, ma questi vuole solo mangiare e inneggiare alle donne; DE lo abbandona al suo destino ed esce; GRIDA perché vede fuori la statua; stessa sorte capiterà a Leporello Struttura : episodio libero con alcuni elementi ricorrenti Caratteristiche: atmosfera cambia per irruzione ritmo ternario orchestra e sillabazioni DE (tranne che nei due vocalizzi),

Finale – scena XIV allegro assai Caratteristiche ed elementi musicali: Don Giovanni non si scompone e schernisce la donna (b . 252; 260; 268) tanto da inginocchiarsi (b . 240) o impiega melodia volgare (b . 280) e, secondo Abert, melodia triviale del ‘500 (b.291); Commenti Lep fino al grido di DE (settima diminuita, 352) e successiva instabilità tonale Transizione all’elemento successivo ( bb .348-378): progressioni cromatiche e ribattuti archi ( bb .348-354; 362-368); Grido di Lep (un tono più su di DE: in do# che anticipa re min)

Molto allegro Leporello invita DG a non uscire per non imbattersi nel Comm.; DG non ci crede, ma si sente battere alla porta; Lep non ha il coraggio e perciò va ad aprire DG, mentre Lep si nasconde Con Leporello il tragico si trasforma in comico Ta, ta , ta , ta….O meglio, il tragico rappresentato con una forma comica (sillabazioni Lep) su tappeto orchestrale fatto di ribattuti (violini) e cromatismi (fiati)

Molto allegro Caratteristiche ed elementi musicali: Pedale martellante (prima FA, poi DO, poi FA-DO) Ribattuti archi Accompagnamento cromatico dei fiati Battere alla porta (b . 406): colpi echeggiano; scena ripresa da Verdi nel Macbeth

Scena XV – Andante (1) Ingresso del Commendatore che è venuto a seguito dell’invito a cena; DG per la prima volta è stupito e balbetta, ma invita Lep (terrorizzato) a portare altro cibo in tavola Risposta del commendatore: Non si pasce di cibo mortale chi si pasce di cibo celeste (totale cromatico) Comm invita DG a cenare da lui; DG, nonostante Leporello lo dissuada, accetta e dà la mano al Comm il quale chiede il pentimento Non c’è più tempo….

Discendenze barocche? Statua che avanza: discendenze dal teatro barocco , ma anche dalla tradizione comica del singspiele Tema barocco dell’ultima prova : Oratorio di Carissimi ( La resurrezione di Lazzaro ) (riferimento a Lazzaro e al ricco Epulone) e del pentimento

Scena XV Andante (2) Caratteristiche ed elementi musicali: Atmosfera pervasa dal soprannaturale: organico completo Sincopi iniziali e poi ritmo trocaico archi Figura sincopata archi (440): sgomento DG che sembra balbettare (441) Dinamica: contrasti F/P e uso crescendo Commendatore per gradi fondamentali; tranne nel TOTALE CROMATICO (trascendente)

Scena XV Andante (3) Caratteristiche ed elementi musicali: Instabilita’ tonale Dissonanze che non risolvono Cromatismi flauti e archi per aumentare la tensione (altre cure più gravi di queste) (b . 462) Lep mantiene scarto comico utilizzando terzina (per distinguersi ritmicamente) che ricorda la febbre terzana (b . 470)

Scena XV Andante (4) Parla, più tempo non ho (b . 470) (ripetuto più volte) Aumento tensione grazie all’andamento cromatico Tu m’invitasti a cena (b . 487) Passaggio dal Forte al Piano e seguono schianti fragorosi dell’orchestra per ogni fraseRisolvi? Verrai? (b. 508; 510)Intervalli di decima (scrittura espressionista ante litteram per Dallapiccola )

Scena XV Andante e Più stretto (5) Ho fermo il core in petto (b . 512) Ritmo dall’accento beethoveniano che si trasmette all’orchestra Dammi la mano in pegno (b . 518)Scambi delle voci sempre più ravvicinati (fino a selvagge interiezioni: no, sì..) con svolte tonali secche ed imperiosePIU’ STRETTO (b.521) da ECCOLA, ohiméNo, vecchio infatuato (b . 535)( pieno di pregiudizi ) più forte di vecchio buffonissimo del cimitero Ah, tempo più non ho (passaggio all’Allegro) con inceder LENTO

AllegroCommendatore esce e la scena si avvolge di fiamme; DG avverte un tremore e inizia a spaventarsi; dall’aldilà delle voci lo invitano a venire; Leporello commenta il comportamento di DG Voci coro di gluckiana solennità Quando DG sprofonda (resta INGLUVIATO) negli inferi passaggio da re minore a Re maggiore con cadenza plagale (b . 595)

Scena ultima – concertato finaleripreso da Bertati (un calco di livello più elevato) Struttura musicale: concertato – larghetto – concertato Leporello racconta a tutti i presenti (DA, DE, DO, Zer e Mas) l’accaduto, mentre DA stava inutilmente cercando DG Caratteristiche 1° concertato: Una voce contro tutte Ah, certo è l’ombra che l’incontrò (b . 482): eccezionale modulazione che allontana la tonalità di sol maggiore

Scena ultima – larghetto Tutti i personaggi tornano ai propri affari: DA chiede un anno di tempo prima di sposare DO; DE si ritira in solitudine; Zerl e Mas vanno a cenare in compagnia; Lep torna all’osteria Struttura musicale: A (712-723) B (724-730) B’ (731-740) C (740-755)Torna dolcezza clarinetti B’ le voci si scambiano le entrate

Scena ultima – 2° concertato - Presto Frase gnomica: Questo è il fin di chi fa mal (come nel FM) Fugato che diventa concertato Sulla parola MORTE stacco mottettistico (dialettica stili tipica di Mozart) Perché un secondo finale? Mozart lo tolse a Vienna, ma comunque lo scrisse Lo aveva scritto Bertati Faceva parte delle convenzioni teatrali

Ouverture – Andante (prima parte)- re minore aneddoto della composizione la sera prima ELEMENTI MUSICALI Non è indistinto come ouverture FM perché sono presenti elementi musicali distintissimi che rappresentano la statua: sincopi iniziali e ritmo trocaico (b . 1; b . 5) Fiati con intervallo di 8° (il più semplice) (b . 7) Sincope DG (b.11)Fiati 2° discendente (sbigottimento e paura) (b .15)

Ouverture – Andante (prima parte)- ELEMENTI MUSICALI Figura violini (b . 17) legata ad Ah, signor siam tutti morti (b . 449) Sonorità fiati massoniche (b . 20)Accordi dissonanti che conducono a re maggiore (b.29-30)

Molto Allegro Forma sonata bitematica nella quale Mozart vuole realizzare un ritratto astratto di DG (poi ripreso nel finale) 1° tema : (32-40) valori lunghi + dissonanza(spavalderia); valori corti (frivolezza) ; anacrusi (energia vitale); fanfara (sfogo della tensione ). Transizione (56-77): motivi dolci e pastorali che fanno riferimento a Zerlina 2° tema: (77-80): unisono con scala discendente (tritono che produce tensione); profilo ritmico assertivo; figurazione petulante (eleganza e disinvoltura DG); seguono IMITAZIONI (carattere proteiforme di DG)

Molto Allegro Appendice assertiva (93-110) Coda assertiva (110-120) SVILUPPO (121-192): riprende trattamento a canone (b . 130); TEMI SCOMPOSTI 1° tema (b . 141); 2° tema (b . 157) riproposto con rullo dei timpani e abbaglianti accordi dei fiati INSTABILITA’ ARMONICA (sol magg ; sib magg; sol min; re min; la minRIPRESA (193-292) sembra tutto regolare, ma improvvisamente, dopo aver riascoltato la coda (b .272=b.111) e il 2° tema (b. 278), si modula bruscamente da Re magg a Fa magg e l’ouverture si conclude sul V grado di fa (Do) FACENDO SPEGNERE L’ENERGIA (simile all’Egmont di Beethoven) (sembra la parabola della vita di DG); esiste una seconda versione dell’ouverture con il finale nella tonalità d’impianto (re).

Chi è Don Giovanni di Mozart?– la parola ai musicologi NINO PIRROTTA e MASSIMO MILA descrivono la figura di Don Giovanni CD rom/accademia/le metamorfosi di DG/Ma chi è il DG di Mozart

Le tre interpretazioni (1) 1978, film del regista Joseph Losey; direttore Lorin Mazel con Orchestra e coro dell’Opera di Parigi. DG, Ruggero Raimondi ; ambientato nelle ville venete palladiane Losey , regista americano allievo di Eisenstein e di Brecht. Dopo aver lavorato ad Holliwood, per ragioni politiche si trasferisce in GB, diventando cittadino inglese

Le tre interpretazioni (2) 1987 , 7 dicembre 1987, Orchestra e Coro del Teatro alla Scala, direttore Riccardo Muti, regista Giorgio StrehlerDon Giovanni Thomas Allen

Le tre interpretazioni (3) 1990 , regista Peter Sellars , direttore Craig Smith; dirige i Wiener Symphoniker Ambientato nei vicoli di Harlem tra gente di malaffare….. P.Sellars (1957), regista americano . Dopo gli studi ad Harvard, diventa a rtista provocatorio e iconoclasta, legato a un'estetica giovanilistica e all'irriverenza del punk, Ha diretto numerose opere liriche per teatri americani ed europei ( Glyndebourne e Salisburgo)

La fortuna del Don Giovanni Dopo il fiasco di Vienna dell’88, avrà successo in Germania, Francia, Spagna, Italia e USA (New York, grazie a da Ponte) Molto apprezzata nell’Ottocento. Trascrizioni di Beethoven, Chopin, Liszt . Venerato da Rossini. Diretto da Mahler e Strauss Novecento: Walter (‘34); Furtwangler (‘50); Bohm (‘58); Karajan (‘60); Giulini (‘70); Muti+Strehler (‘87); Baremboim+Cherau (‘94)

FINE

VotiMacaluso : 30 Marconi: 28Mancuso e Savigni : 27 Zafarana : 25 Falcicchio : 20 Calandrina : assente