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Corso monografico di letteratura moderna Lettura dell Allegria di Ungaretti Calendario delle lezioni Merc 22 febbraio 1715 1900 MIS 3028 Gio 1 marzo 1715 1900 MIS 3028 ID: 798664

una che ungaretti porto che una porto ungaretti 1916 del sepolto con della nel mio sono dell

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Presentation Transcript

Slide1

A. A. 2011- 2012 – Semestre primaverile

Corso monografico di letteratura moderna:

Lettura dell'

Allegria

di Ungaretti

Slide2

Calendario delle lezioni

Merc.

22 febbraio

17:15 – 19:00 MIS 3028

Gio

.

1 marzo

17:15 – 19:00 MIS 3028

Merc.

7 marzo

17:15 – 19:00 MIS 3028

Merc.

14 marzo

17:15 – 19:00 MIS 3028

Merc.

21 marzo

17:15 – 19:00 MIS 3028

Gio

.

22 marzo

17:15 – 19:00 MIS

3023

Merc.

28 marzo

17:15 – 19:00 MIS 3028

Merc.

4 aprile

17:15 – 19:00 MIS 3028

Merc.

25 aprile

17:15 – 19:00 MIS 3028

Merc.

2 maggio

17:15 – 19:00 MIS 3028

Merc.

9 maggio

17:15 – 19:00 MIS 3028

Merc.

15 maggio

17:15 – 19:00 MIS 3028

Merc.

23 maggio

17:15 – 19:00 MIS 3028

Merc.

30 maggio

17:15 – 19:00 MIS 3028

Annullate: 29 febbraio 2012

18 aprile 2012

Slide3

Bibliografia

L’edizione critica dell’

Allegria

, a cura di Cristiana Maggi Romano, è apparsa nel 1982 (Milano, Fondazione Mondadori). La raccolta con il relativo apparato di varianti si legge inoltre in

G. Ungaretti,

Vita d’un uomo. Tutte le poesie

, a cura di L. Piccioni, Milano, Mondadori, 1969

(ristampata successivamente anche in veste economica); e (con commento) in G. Ungaretti,

Vita d’un uomo. Tutte le poesie

, a cura di Carlo Ossola, Milano, Mondadori, 2009. Si segnala, inoltre, G. Ungaretti,

Il Porto Sepolto

, a cura di C. Ossola, Venezia, Marsilio, 1990.

La bibliografia su Ungaretti e su

L’Allegria

è vastissima. Si segnalano qui le voci ‘storicamente’ più importanti, utilmente fruibili nella preparazione dell’esame: Luciano Rebay,

Le origini della poesia di Giuseppe Ungaretti

, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1962; Leone Piccioni,

Ungarettiana

, Firenze, Vallecchi, 1980; C. Ossola,

Giuseppe Ungaretti

, Milano, Mursia, 1982; Mario Barenghi,

Ungaretti

, Modena, Mucchi, 1999. Su lingua e stile, poi, si ricorda Pietro Spezzani,

Per una storia del linguaggio di Ungaretti fino a «Sentimento del Tempo»

, nel vol. misc.

Ricerche sulla lingua poetica contemporanea

, Padova, Liviana, 1966, pp. 91-160.

 

Tra i contributi più recenti: Paolo Briganti,

Tra inquiete muse. L’Ungaretti dell’Allegria

, Milano, Unicopli, 2008; e (con un taglio decisamente introduttivo) Daniela Baroncini,

Ungaretti

, Bologna, Il Mulino, 2010.

 

Slide4

Commiato < PS 16 Poesia

Locvizza

il 2 ottobre 1916

Gentile

Ettore Serra

poesia

è il mondo l’umanità

la propria vita 5

fioriti dalla parola

la limpida meraviglia < PS16

è

la limpida meraviglia

di un delirante fermento

Quando trovo < PS16 Quando

io

trovo

in questo mio silenzio 10

una parola

scavata è nella mia vita

come un abisso

Slide5

Gen|

ti

|le 3

Et|

to

|

re

| S

er

|ra 5

po|e|s

i

|

a

4

è il |

mo

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ma|n

i|tà 8

la | pro|pria |

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la

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pa|ro|la

8

la

|

li

m|pi|da | me|ra|vi|glia 8

di un | de|

li

|ra

n|t

e | fer|m

e

n|t

o

8

Qua

n|dO

| trO|vO 4

in | que|stO | mi|O | si|l

e

n

|zi

O

8

u|nA |

pA|ro|lA

5

scA|vA|

tA

è | nel|lA | m

i

|

A

|

vi|tA

9

co|me un | a|bis|so 5

Slide6

C. Baudelaire,

Le Gouffre

[1862], trad. it. di G. RaboniPascal avait son gouffre, avec lui se mouvant.

- Hélas ! tout est

abîme

, - action, désir, rêve,

Parole

! et sur mon poil qui tout droit se relève

Mainte fois de la

Peur

je sens passer le vent.

En haut, en bas, partout, la profondeur, la grèveLe silence, l’espace affreux et captivant…Sur le fond de mes nuits Dieu de son doigt savantDessine un cauchemar multiforme et sans trêve.J’ai peur du sommeil comme on a peur d’un grand trou,Tout plein de vague horreur, menant on ne sait où;Je ne vois qu’infini par toutes les fenêtres,Et mon esprit, toujours du vertige hanté,Jalouse du néant l’insensibilité.- Ah ! ne jamais sortir des Nombres et des Êtres !

Pascal aveva il proprio abisso

, e sempre

se lo portava dietro. –

Abisso è tutto

: l’atto e il desiderio,

il sogno e la parola. - Quante volte, sfiorato dalla brezza

della Paura, sento che mi si rizzano i capelli!

Da ogni parte – su, giù – la riva

, il vuoto,

il silenzio, lo spazio che affascina e spaventa

Sul nero delle notti, col suo dito sapiente,

Dio mi disegna un incubo multiforme e accanito.

Mi fa paura il sonno, buco immenso,

vago e orrendo,

che porta chissà dove

;

da ogni vetro non vedo che infinito,

e la mia mente, in preda al capogiro,

invidia al Nulla il nulla. – Ah, non uscire,

non uscire mai dai Numeri e dagli Esseri!

Slide7

Mappa cronologica: 1916 e dintorni

1912,

D’Annunzio, quarto libro delle Laudi

Marinetti,

Manifesto della lett. futurista

Slataper

,

Il mio Carso1913, Pirandello, I vecchi e i giovani Papini, Un uomo finito Rebora, Frammenti lirici1914, Campana, Canti Orfici Palazzeschi, Il controdolore

Sbarbaro

,

Pianissimo

1915, Govoni,

Rarefazioni e parole in libertà

Slide8

E. Montale,

Meriggiare pallido e assorto

, 1916Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia 5

spiar le file di rosse formiche

ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano

a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare

lontano di scaglie di mare 10

mentre si levano tremuli scricchidi cicale dai calvi picchi.E andando nel sole che abbagliasentire con triste meravigliacom’è tutta la vita e il suo travaglio 15in questo seguitare una muragliache ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Slide9

E. Montale,

Non chiederci la parola…

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato

l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco

lo dichiari e risplenda come un croco

perduto in mezzo a un doloroso prato.

Ah l’uomo che se ne va sicuro, 5

agli altri ed a se stesso amico,

e l’ombra sua non cura che la canicola

stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,

sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. 10Codesto solo oggi possiamo dirti,ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Slide10

Camillo Sbarbaro,

Taci, anima stanca di godere

, 1913, poi in Pianissimo, 1914

Taci, anima stanca di godere

e di soffrire (all'uno e all'altro vai

rassegnata).

Nessuna voce tua odo se ascolto:

non di rimpianto per la miserabile 5

giovinezza, non d'ira o di speranza,

e neppure di tedio.

                     Giaci come

il corpo, ammutolita, tutta piena d'una rassegnazione disperata. 10                     Noi non ci stupiremmo, non è vero, mia anima, se il cuore si fermasse, sospeso se ci fosse il fiato...                      

Invece camminiamo. 15

camminiamo io e te come sonnambuli.

E gli alberi son alberi, le case

sono case, le donne

che passano son donne, e tutto è quello

che è, soltanto quel che è. 20

La vicenda di gioia e di dolore

non ci tocca. Perduta ha la sua voce

la sirena del mondo, e il mondo è un grande

deserto.

                 Nel deserto 25

io guardo con asciutti occhi me stesso.

Slide11

C. Rebora,

Sciorinati giorni dispersi

, in FL, 1913

Sciorinati giorni dispersi,

cenci all'aria insaziabile:

prementi ore senza uscita,

fanghiglia d'acqua sorgiva:

torpor d’àttimi lascivi 5

fra lo spirito e il senso;

forsennato voler che a libertà

si lancia e ricade,

inseguita locusta tra sterpi;e superbo disprezzo 10e fatica e rimorso e vano intendere:e rigirìo sul luogo come cane,per invilire poi, fuggendo il lezzo,la verità lontano in pigro scorno;e ritorno, uguale ritorno 15dell'indifferente vita,mentr'echeggia la viaconsueti fragori e nelle cortis'amplian faccende in conosciute voci,e bello intorno il mondo, par dileggio 20all'inarrivabile gloriaal piacer che non so,

e immemore di me epico armeggio

verso conquiste ch'io non griderò.

Oh per l'umano divenir possente 25

certezza ineluttabile del vero,

ordisci, ordisci de’ tuoi fili il panno

che saldamente nel tessuto è storia

e nel disegno eternamente è Dio:

ma così, cieco e ignavo, 30

tra morte e morte vil ritmo fuggente,

anch'io t'avrò fatto; anch'io.

Slide12

F. T. Marinetti,

L’immaginazione senza fili

e le parole in libertà, “Lacerba” 1913

Il Futurismo si fonda sul completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche. […] Il

lirismo

è la facoltà rarissima di

inebbriarsi

della vita e di

inebbriarla

di noi stessi. […]

[Il poeta lirico] comincerà col

distruggere brutalmente la sintassi […]. Non perderà tempo a costruire i periodi. S’infischierà della punteggiatura e dell’aggettivazione. Disprezzerà cesellature e sfumature di linguaggio e in fretta vi getterà affannosamente nei nervi le sue sensazioni visive, auditive, olfattive, secondo la loro corrente incalzante. L’irruenza del vapore-emozione farà saltare il tubo del periodo, le valvole della punteggiatura e i bulloni regolari dell’aggettivazione. Manate di parole essenziali senza alcun ordine convenzionale. Unica preoccupazione, rendere tutte le vibrazioni del suo io. […] E per dare il valore esatto e le proporzioni della vita che ha vissuta, lancierà delle immense reti di analogie sul mondo. […] Io inizio una rivoluzione tipografica diretta contro la bestiale e nauseante concezione del libro di versi passatista e dannunziana. […] La mia rivoluzione è diretta contro la così detta armonia tipografica della pagina. […] Combatto l’estetica decorativa e preziosa di Mallarmé

e le sue ricerche della parola rara

, dell’aggettivo unico insostituibile, elegante, suggestivo, squisito. Non voglio suggerire un’idea o una sensazione con delle grazie o delle leziosaggini passatiste: voglio anzi affermarle

brutalmente

e scagliarle in pieno petto al lettore. […] La nostra ebrietà lirica deve

liberamente deformare, riplasmare le parole

, tagliandole, allungandone, rinforzandone il centro o le estremità. […] Avremo così la nuova ortografia che io chiamo libera espressiva. Questa deformazione istintiva delle parole corrisponde alla nostra

tendenza naturale verso l’onomatopea

.

Slide13

Ungaretti ‘egiziano’: 1888-1912

Nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888 da Antonio e Maria

LunardiniFrequenta fino al 1906 l’Ecole

Suisse

Jacot

Legge il “

Mercure

de France”

Frequenta il circolo anarchico della ‘Baracca Rossa’ fondato da Enrico

Pea, insieme all’amico Mohammed Sceab

Slide14

In memoria [Il Porto Sepolto] - Locvizza il 30 settembre 1916

Si chiamava

Moammed Sceab

Discendente

di emiri di nomadi

5 suicida

perché non aveva più

Patria

 

Amò la Francia

e mutò nome

PS16 e mutò nome in  Marcel10 Fu Marcel ma non era Francese e non sapeva più vivere nella tenda dei suoi15 dove si ascolta la cantilena del Corano gustando un caffè

E non sapeva

sciogliere

20 il canto

 

del suo abbandono

 

L’ho accompagnato

insieme alla padrona dell’albergo

dove abitavamo

25 a Parigi

dal numero 5 della rue des Carmes

appassito vicolo in discesa

 

Riposa

nel camposanto d’Ivry

30 sobborgo che pare

sempre

PS16 continuamente

in una giornata

di una

decomposta fiera

 

35 E forse io solo

so ancora

che visse

PS16 Saprò / fino al mio turno / di morire

Slide15

G. Ungaretti,

Lezioni su Leopardi

, 1945-46 “In quanto a Baudelaire e a Mallarmé

, essi davano occasione a un litigio senza fine tra me e

il mio più caro compagno d’allora

, quel

Moammed

Sceab

a cui ho dedicato il mio

Porto Sepolto

. Uscivamo di scuola accesi nella lite e, spinti dal diverbio, invece di tornare a casa si andava verso il lungomare ch’era a due passi. Saltavamo sul parapetto del molo, e andando in su e giù sbracciandoci e gridando, chissà come a uno di noi non sia accaduto mai di cascare nell’acqua, che a diversi metri giù si spezzava contro gli scogli. Sceab era un positivo e sottile argomentatore, come sanno esserlo gli Arabi, e difatti, purtroppo, doveva finire suicida per motivi filosofici. Non ero un loico, non lo sono mai stato, ma un poeta, un invasato, e non trovavo se non repliche immaginose e passionali. Sceab, per darmi il colpo di grazia, non diceva di non capire Mallarmé; per dirlo avrebbe dovuto essere meno pazzo d’orgoglio; ma diceva: è un poeta bello all’orecchio”.

Slide16

G. Ungaretti,

Nota introduttiva

, 1969Baudelaire era l’argomento di discussioni interminabili con uno dei miei compagni, che un giorno trovarono morto, perché in nessun paese si poteva accasare, in una stanza dello stesso albergo che abitavamo, in rue

des

Carmes

a Parigi:

Moammed

Sceab

. A lui è dedicata la poesia che apre

Il Porto Sepolto. Era un ragazzo dalle idee chiare e prediligeva Baudelaire. Non dico che Baudelaire sia uno scrittore chiaro; è uno scrittore che ama aggirarsi nelle sue caverne, ed è difficile esser chiari e introspettivi nello stesso tempo, ama è di sicuro più chiaro di Mallarmé, è insomma uno scrittore che può affrontarsi subito senza tirocinio. L’altro suo autore era Nietzsche, che lo aveva addirittura soggiogato. I suoi autori erano Baudelaire e Nietzsche; io rimanevo fedele a Mallarmé e a Leopardi, a Mallarmé che sentivo anche se non tutto capivo, a Leopardi che capivo un po’ di più benché anche lui abbia, nel punto sublime, la necessaria sostanza ermetica.

Slide17

G. Ungaretti,

Chiaroscuro

Anche le tombe sono scomparse

Spazio nero infinito calato

da questo balcone

al cimitero

Mi è venuto a ritrovare

il mio compagno arabo

che s’è ucciso l’altra sera

Rifà giorno

Tornano le tombe

appiattate nel verde tetrodelle ultime oscuritànel verde torbidodel primo chiaroNota d’autore: Osservando dall’alto il Cimitero Monumentale di Milano è evocato per analogia il camposanto d’Ivry, dove riposa Moammed Sceab.

Slide18

G. Ungaretti,

Chiaroscuro

, red. « Lacerba » aprile 1915Il bianco spazio delle tombe se lo è sorbito la notte

Spazio nero infinito calato

da questo balcone

al cimitero

Mi è venuto a ritrovare il mio compagno arabo

che si è suicidato

che quando m’incontrava negli occhi

parlandomi con quelle sue frasi pure e frastagliate

era un cupo navigare nel mansueto blu

È stato sotterrato a Ivrycon gli splendidi suoi sognie ne porto l’ombra

Slide19

Rifà giorno

Le tombe ricompariscono

appiattate nel verde tetro delle ultime oscurità

nel verde torbido del primo chiaro

Le annate dopo le annate

trovatelle a passeggio

in uniforme

accompagnate da suore di carità.

Ma ora mi reggo tra le braccia

le nuvole che il mio sole mantiene

e all’alba non voglio sapere di più.

Slide20

Ungaretti commenta Ungaretti

, 1963

“In memoria, rievocazione del suicidio del mio compagno

Moammed

Sceab

,

è il simbolo di una crisi delle società e degli individui che ancora perdura

, derivata dall’

incontro e scontro di civiltà diverse

e dall’urto e conseguenti sconvolgimenti tra le tradizioni politiche e il fatale evolversi storico dell’umanità”.

Slide21

G. Ungaretti,

Ragioni d’una poesia

, 1969 “Soltanto la poesia, l’ho imparato terribilmente, lo so, la poesia sola può recuperare l’uomo, persino quando ogni occhio s’accorge, per l’accumularsi delle disgrazie, che la natura domina la ragione e che l’uomo è molto meno regolato dalla propria opera che non sia alla mercé dell’Elemento”.

Slide22

Ungaretti a Parigi: 1912-1921

Conosce gli scrittori raccolti intorno ai “

Cahiers de la Quinzaine” di Charles

Péguy

Frequenta artisti come Picasso, Braque, Modigliani, o altri italiani residenti a Parigi (De Chirico,

Savinio

, Palazzeschi)

Si lega di profonda amicizia a Papini e Soffici, fondatori della rivista “

Lacerba

Conosce Guillaume Apollinaire

Frequenta le lezioni di Henri Bergson al Collè ge de France

Slide23

G. Ungaretti,

Nota introduttiva

, 1969 “Fra Apollinaire e me era avvenuto un avvicinamento insolito. Sentivamo in noi il medesimo carattere composito e quella difficoltà che l’animo nostro aveva di trovare la via di assomigliare a se stesso, di costituire la propria unità. Q

uell

’unità

non l’avremmo mai trovata altrove se non ricorrendo alla poesia. Era la ricerca, era il ritrovamento di un linguaggio liberatore se riusciva a manifestare l’angosciosa ricerca di sé”.

Slide24

G. Apollinaire,

Les

fiançailles, da Alcools

Je

n’ai plus

même

pitié

de

moi

Et

ne puis exprimer mon tourment de silenceTout les mots que j’avais à dire se sont changés en étoiles[…]Jadis

les

morts

sont

revenus

pour m’

adorer

Et

j

espérais

la fin

du

monde

Mais la

mienne

arrive

en

sifflant

comme

un

ouragan

J’ai

eu

le

courage

de

regarder

en

arrière

Les

cadavres

de

mes

jours

Marquent

ma

route

et

je

les

pleure

[…]

Slide25

C. Ossola,

Ungaretti

, p. 119: sul rapporto con Bergson

In

Bergson

è racchiusa l’ideologia, l’

episteme

se si vuole, che sta alla base di

Allegria di naufragi

: negare significa prospettare, sopra la realtà che si giudica insufficiente o insoddisfacente, una “

realité inconnue” invocata a sostituire il presente: ma questa possibilità non è profezia alternativa allo stato di cose attuale, non è promessa d’apocalissi […]. La negazione insomma s’inflette su se stessa e sogna l’assenza, la mera disparizione, non offre e non attende “remplaçant”, non si proietta sul futuro, s’involge sul passato. La sostituzione è sempre ciò che si lascia, mai ciò che si potrebbe prendere.

Slide26

H.

Bergson

, L’evoluzione creatrice: la memoria

La memoria non consiste nella facoltà di ordinare i ricordi come in cassetti o di iscriverli in un registro […] perché una facoltà opera in modo intermittente, quando vuole o può, mentre invece l’accumulo del passato sul passato prosegue senza soste. In realtà il passato si conserva da sé solo, automaticamente e, certo, ci segue tutt’intero costantemente. […] Anche se non ne abbiamo un’idea distinta, sentiamo pur sempre vagamente che il nostro passato ci rimane presente: infatti, che cosa siamo, che cos’è il nostro

carattere

, se non la storia condensata di quanto abbiamo vissuto? […] Certo, noi pensiamo soltanto con una piccola parte del nostro passato, ed è invece con tutt’intero il nostro passato, ivi compresa la particolare curvatura della nostra anima all’origine, che desideriamo, vogliamo ed agiamo.

Slide27

H.

Bergson

, L’evoluzione creatrice: la personalità

La nostra personalità, che ad ogni istante cresce con l’accumularsi dell’esperienza, muta continuamente e, mutando, impedisce che uno stato, apparentemente identico ad un altro in superficie, ne sia davvero, in profondità, una ripetizione: pertanto la nostra durata è irreversibile, né potremmo riviverne la benché minima parte, perché bisognerebbe cominciare col cancellare il ricordo di tutto quanto è venuto poi. […] La nostra personalità, in tal modo, spunta, cresce, matura senza posa, ed ogni suo momento è un elemento nuovo che va ad aggiungersi a quanto essa era prima: meglio ancora, non solo nuovo, ma imprevedibile.

Slide28

Il Porto Sepolto

Mariano il 29 giugno 1916

Vi

arriva il poeta

e poi torna alla luce con i suoi canti

e li disperde

 

Di questa poesia

mi resta 5

quel nulla

d’inesauribile segreto

 

Slide29

G. Ungaretti,

Nota introduttiva

, 1969 “Si vuole sapere perché la mia prima raccoltina

s’intitolasse

Il porto sepolto

. Verso i sedici, diciassette anni, forse più tardi, ho conosciuto due giovani ingegneri francesi, i fratelli

Thuile

. Entrambi scrivevano. [...] Quegli amici avevano ereditato dal padre una biblioteca raccolta con precisione di curiosità e di gusto, una biblioteca romantica ch’essi avevano arricchita con opere dei poeti e degli scrittori contemporanei. [...] Abitavano fuori d’Alessandria, in mezzo al deserto. Mi parlavano d’un porto, d’un porto sommerso, che doveva precedere l’epoca tolemaica, provando che Alessandria era un porto già prima di Alessandro, che già prima d’Alessandro era una città. […] Non se ne sa nulla, non ne rimane altro segno che quel porto custodito in fondo al mare, unico documento tramandatoci d’ogni era d’Alessandria. Il titolo del mio primo libro deriva da quel porto”.

Slide30

G. Ungaretti,

Ragioni d’una poesia

, 1969 “Nessuno sente più dell’artista, se si tratta d’un vero artista, la pena che la sua parola rimanga indecifrabile

a tanta parte degli uomini, come se la sua arte fosse opera straordinaria per la sua specie: la sua arte stessa porta la

ferita sanguinante d’un’impotenza così ingiusta

. [...]

La vera poesia si presenta innanzi tutto a noi nella sua

segretezza

. È sempre accaduto così. Più giungiamo a trasferire la nostra emozione e la novità delle nostre visioni nei vocaboli, e più i vocaboli giungono a velarsi d’una musica che sarà la prima rivelazione della loro profondità poetica oltre ogni limite di significato”.

Slide31

Maurice de

Guérin

, Journal, 28.IX.1834Si

je

m’

âbime

dans

votre

sein, vagues mystérieuses, m’arrivera-t-il comme à ces chevaliers qui, entraînés au fond des lacs, y recontraient de merveilleux palais, ou, comme ce

pêcheur

de la

fable

, en

tombant

dans

la

mer

deviendrai-je

un

dieu

?

Slide32

Giuseppe Ungaretti,

L’Allegria

Storia della raccolta

1916,

Il Porto Sepolto

, Udine, STU (32 testi)

1919,

Allegria di Naufragi

, Firenze, Vallecchi (105 testi, alcuni in francese); s

truttura molto articolata: 11 sezioni con al centro PS

1923,

Il Porto sepolto, La Spezia, St. Apuana (67 testi)Divisione in 4 sezioni: Sirene+Elegie e madrigali+AN+PS1931, L’Allegria, Milano, Preda (74 testi)

Slide33

Giuseppe Ungaretti,

L’Allegria

Struttura della raccolta 1931

Ultime → 12 testi

Il Porto Sepolto → 33 testi

= Il Porto Sepolto 1916 con varianti nei titoli, nella disposizione dei testi, e lo sdoppiamento di

La notte bella

>

La notte bella + Universo

Naufragi → 17 testi

Girovago → 5 testi

Prime → 7 testi

Slide34

Eterno [Ultime]

da A31 poesia incipitaria della raccolta, con il titolo

Eternità

Tra un fiore colto e l’altro donato

l’inesprimibile nulla

< I red. (1915) Tra un fiore colto e l’altro donato

l’inesprimibile vanità

Fiore doppio

nati in grembo alla madonna della gioia

Slide35

Agonia

Morire come le allodole assetate

sul miraggio

AN 1919

O come la quaglia

< O come le quaglie

passato il mare

< traversato il mare

nei primi cespugli

< nei primi cespugli incontrati

perché di volare non ha più voglia < non ne hanno più vogliaMa non vivere di lamento < Ma non morire di lamentocome un cardellino accecato

Slide36

Veglia [Il Porto Sepolto]

Cima Quattro il 23 dicembre 1915

Un’intera nottata

buttato vicino

a un compagno

massacrato

con la bocca 5

digrignata

volta al plenilunio

con la congestione

delle sue mani

penetrata 10nel mio silenzioho scrittolettere piene d’amore Non sono mai statotanto 15attaccato alla vita

Slide37

Veglia [Il Porto Sepolto]

Un’intera no

tTATAbutTATO

vicino

a un compagno

massacr

aTO

con la bocca 5

digrign

aTA

volTA al pleniluniocon la congestionedelle sue manipenetraTA 10nel mio silenzioho scritTOlettere piene d’amore Non sono mai s

TA

TO

TA

n

TO

15

attacca

TO

alla

vi

TA

Slide38

Stasera [Il Porto Sepolto]

Versa il 22 maggio 1916

Balaustrata di brezza

p

er appoggiare stasera

l

a mia malinconia

I red. Finestra a mare

Balaustrata di brezza per appoggiare la mia malinconia >per appoggiare la malinconia stasera

Slide39

Silenzio [Il Porto Sepolto]

Mariano il 27 giugno 1916

Conosco una città

Che ogni giorno s’empie di sole

E tutto è rapito in quel momento

Me ne sono andato una seta

Nel cuore durava il limio 5

delle cicale

Dal bastimento

Verniciato di bianco

Ho visto

La mia città sparire 10LasciandoUn pocoUn abbraccio di lumi nell’aria torbidasospesi

Slide40

Dannazione [Il Porto Sepolto]

Mariano il 29 giugno 1916

Chiuso fra cose mortali

(Anche il cielo stellato finirà)

Perché bramo Dio?

NB Il punto interrogativo finale compare in PS 1916 e AN 1919

Viene eliminato – come le parentesi a v. 2 – in PS 1923, A 1931 e A 1936

Viene reintrodotto – come le parentesi – in A 1942

Slide41

Destino [Il Porto Sepolto]

Mariano il 14 luglio 1916

Volti al travaglio

come una qualsiasi

fibra creata

perché ci lamentiamo noi?

Slide42

Fratelli [Il Porto Sepolto]

Mariano il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete

fratelli?

PS 1916

Parola tremante Fratello

nella notte tremante parola

nella notte

Foglia appena nata 5

come

una fogliolina

appena nataNell’aria spasimante Saluto involontaria rivolta accoratodell’uomo presente alla sua nell’aria spasimanteFragilità implorazione sussurrataFratelli 10 di soccorso all’uomo presente alla sua fragilità

Slide43

Sono una creatura [Il Porto Sepolto]

Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916

Come questa pietra

del S. Michele

così fredda

così dura

così prosciugata 5

così refrattaria

così totalmente

disanimata

 

Come questa pietraè il mio pianto 10che non si vede La mortesi scontavivendo

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In dormiveglia [Il Porto Sepolto]

Valloncello di Cima Quattro il 6 agosto 1916

Assisto la notte violentata

L’aria è crivellata

come una trina

dalle schioppettate

degli uomini

ritratti 5

nelle trincee

come le lumache nel loro guscio

Mi pare

che un affannatonugolo di scalpellini 10batta il lastricatodi pietra di lavadelle mie stradeed io l’ascoltinon vedendo 15in dormiveglia

Slide45

I fiumi [Il Porto Sepolto]

Cotici il 16 agosto 1916

Mi tengo a quest’albero mutilato

abbandonato in questa dolina

che ha il languore

di un circo

prima o dopo lo

spettacolo

5

e guardo

il passaggio quietodelle nuvole sulla luna Stamani mi sono distesoin un’urna d’acqua 10e come una reliquiaho riposta L’Isonzo scorrendo mi levigava

come un suo sasso 15

Ho tirato su

le mie

quattr’ossa

e me ne sono andato

come un’acrobata

sull’acqua 20

Mi sono accoccolato

vicino ai miei panni

sudici di guerra

e come un beduino

mi sono chinato a ricevere 25

il sole

 

Questo è l’Isonzo

e qui meglio

mi sono riconosciuto

una docile fibra 30

dell’universo

 

Il mio supplizio

è quando

non mi credo

in armonia 35

Slide46

Ma quelle occulte

mani

che m’intridono

mi regalano

la rara 40

felicità

Ho ripassato

le epoche

della mia vita

 

Questi sono 45

i miei fiumi Questo è il Serchio al quale hanno attintoduemil’anni forsedi gente mia campagnola 50e mio padre e mia madreQuesto è il Nilo che mi ha vistonascere e cresceree ardere d’inconsapevolezza 55

nelle estese

pianure

Questa

è la Senna

e

in quel suo torbido

mi sono rimescolato

e mi sono

conosciuto

60

 

Questi sono i miei fiumi

contati nell’Isonzo

 

Questa è la mia nostalgia

che in ognuno

mi traspare 65

ora ch’è notte

che la mia vita mi pare

una corolla

di tenebre

Slide47

Pellegrinaggio [Il Porto Sepolto]

Valloncello dell’Albero Isolato il 16 agosto 1916

In agguato

in queste budella

di macerie

ore e ore

ho strascinato 5

la mia carcassa

usata dal fango

come una suola

o come un seme

di spinalba 10Ungarettiuomo di penati basta un’illusioneper farti coraggioUn riflettore 15di làmette un marenella nebbia

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Universo [Il Porto Sepolto]

Devetachi

il 24 agosto 1916

Col mare

mi sono fatto

una bara

di freschezza

Slide49

San Martino del Carso [PS]

Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916

Di queste case

non è rimasto

che qualche

brandello di muro

 

Di tanti

5

che mi corrispondevano

non è rimastoneppure tanto Ma nel cuore nessuna croce manca 10 È il mio cuore il paese più straziato

Slide50

San Martino del Carso [PS]

Valloncello dell’Albero Isolato il 27 agosto 1916

Redazione

Il Porto Sepolto

1916

Di queste case

non

c’

è rimasto

che qualche

brandello di muro

esposto all’aria 5Di tantiche mi corrispondevanonon è rimastoneppure tanto nei cimiteri 10

Ma nel cuore

nessuna croce manca

Innalzata

di sentinella

a che? 15

Sono morti

cuore malato

Perché io guardi al

mio cuore

come a uno

straziato paese

qualche volta 20

Slide51

Allegria di Naufragi [

Naufragi

]Versa il 14 febbraio 1917

E subito riprende

il viaggio

come

dopo il naufragio

un superstite 5

lupo di mare

Slide52

Natale [Naufragi]

Napoli il 26 dicembre 1916

Non ho voglia

di tuffarmi

in un gomitolo

di strade

Ho tanta 5

stanchezza

sulle spalle

Lasciatemi così

come una

cosa 10 posatain unangoloe dimenticata

Qui 15

non si sente

altro

che il caldo buono

Sto

con le quattro 20

capriole

di fumo

del focolare

Slide53

Dolina notturna [Naufragi]

Napoli il 26 dicembre 1916

Il volto

di stanotte

è secco

come una

pergamena 5

 

Questo nomade

adunco

morbido di neve

si lasciacome una foglia 10 accartocciare L’interminabiletempomi adoperacome un 15fruscio

Slide54

Mattina [Naufragi]

Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

M’illuminod’immenso

Slide55

Dormire [Naufragi]

Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

Vorrei imitarequesto paese

adagiato

nel suo camice

di neve 5

Slide56

Un’altra notte [Naufragi]

Vallone il 20 aprile 1917

In quest’oscuro

colle mani

g

elate

d

istinguo

i

l mio viso 5

Mi vedo

abbandonato nell’infinito

Slide57

Rose in fiamme [Naufragi]

Vallone il 17 agosto 1917

Su un oceanodi scampanellii

repentina

galleggia un’altra mattina

Slide58

Vanità [Naufragi]

Vallone il 19 agosto 1917

D’improvviso

è

alto

s

ulle macerie

i

l limpido stupore

dell’immensità 5

E l’uomo

curvatoSull’acquasorpresadal sole 10si rinvieneun’ombraCullata epiano

Franta 15

Slide59

Prato [Girovago]

Villa di Garda aprile 1918

La terra

s

’è velata

di tenera

l

eggerezza

Come una sposa 5

novella

o

ffreallibitaalla sua creaturail pudore 10sorridentedi madre

Slide60

Sereno [Girovago]

Bosco di Courton luglio 1918

Dopo tanta

n

ebbia

a

una

a

una

s

i svelano 5

le stelleRespiro il frescoche mi lasciail colore del cielo 10Mi riconoscoimmaginepasseggeraPresa in un giro

Immortale 15

Slide61

Soldati [Girovago]

Bosco di Courton luglio 1918

Si sta comed’autunno

sugli alberi

le foglie

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Preghiera [Prime]

Quando mi desterò

dal barbaglio della promiscuità

i

n una limpida e attonita sfera

Quando il mio peso si farà leggero

Il naufragio concedimi Signore 5

d

i quel giovane giorno al primo grido