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CORSO di Teologia fondamentale:  - PPT Presentation

Io credo noi crediamo MOD 1 Luomo e la domanda su Dio Somiglia alla tua vita La vita del pastore Sorge in sul primo albore Move la greggia oltre pel campo e vede Greggi fontane ed erbe ID: 807362

che dio uomo della dio che della uomo del dell

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Presentation Transcript

Slide1

CORSO di Teologia fondamentale: 

«

Io credo, noi crediamo

»

MOD. 1

– L’uomo e la domanda su

Dio

Slide2

Somiglia alla tua vita

La vita del pastore.

Sorge in sul primo albore

Move

la greggia oltre pel campo, e vede

Greggi, fontane ed erbe;

Poi stanco si riposa in su la sera:

Altro mai non ispera.

Dimmi, o luna: a che vale

Al

pastor

la sua vita,

La vostra vita a voi? dimmi: ove tende

Questo vagar mio breve,

Il tuo corso immortale?

Quando miro in cielo arder le stelle;

Dico fra me pensando:

A che tante facelle?

Che fa l’aria infinita, e quel profondo

Infinito

seren

? Che vuol dire questa

Solitudine immensa? Ed io che sono?

G. Leopardi,

Canto notturno

di un pastore errante dell’Asia,

vv

. 9-20.84-89

Slide3

L’impatto dell’io con la realtà scatena la domanda umana. Nessun uomo può evitare certe domande: «Qual è il significato ultimo dell’esistenza? Perché c’è il dolore, la morte? Perché, in fondo, vale la pena vivere?

L’essere umano è un essere «

naturaliter

religiosus

» // «

homo

capax

Dei

»: la religiosità accompagna lo sviluppo di tutta la cultura umana come una costante.

La paleoantropologia conferma la presenza di una fenomenologia di tipo religioso fin dall’epoca preistorica. Il senso del sacro appare come una dimensione costitutiva dell’essere umano nel suo atteggiamento di fronte alla realtà, in modo speciale di fronte alla forze naturali.

«

Religio

» può derivare da due radici:

Da

religere

(in opposizione a

negligere

): indicherebbe l’atto di fare attenzione, osservare, compiere diligentemente il dovere (Cicerone)

Da

religare

che indicherebbe il legame fra l’uomo e la divinità, oggetto di riverente adorazione (Lattanzio, Agostino)

Ambedue mettono in luce rispettivamente l’aspetto soggettivo e oggettivo del termine.

Vanno distinti come temi specifici:

L’esperienza del sacro

Gli atti propri della religiosità

La concettualizzazione della nozione di Dio

Slide4

L’esperienza del sacro > è qualcosa di intrinseco all’esperienza umana, un elemento fondamentale della struttura della coscienza;

Gli atti propri della religiosità > la religiosità si presenta come un insieme organizzato di credenze: la vita ultraterrena, l’idea della remunerazione e del castigo;

La concettualizzazione della nozione di Dio > l’Altro rispetto all’uomo, depositario di risposte alle domande cosmologiche ed esistenziali che l’uomo pone sull’origine e sul senso del mondo e della propria vita

Esistono legami evidenti fra religiosità e rapporto dell’uomo con la natura: questa gli fa cogliere i suoi limiti, suscitando sentimenti di timore e di incertezza, ma favorendo anche la contemplazione.

Esistono legami precisi con le varie fasi della vita: dalla nascita alla morte.

Esistono legami fra religione e prassi etico-sociale della comunità umana.

Al pensiero teologico interessa richiamare quegli aspetti della religiosità umana che si collegano con una certa

apertura

dell’uomo ad un rapporto personale con l’Assoluto, e che coinvolgono anche una certa apertura ad una rivelazione della divinità.

Slide5

Categorie della fenomenologia religiosa:

Il

sacrum

> ciò che trascende la portata umana, che è di pertinenza del

numen

, cioè di un soggetto «altro dall’uomo».

L’orizzonte di vita del

numen

è chiamato

mysterium

come spazio precluso all’uomo.

Il

sacrum

si manifesta attraverso le

ierofanie

> il

mysterium

è

tremendum

et

fascinans

Due le esperienze fondamentali dell’esperienza religiosa:

La tematizzazione del divino > Essere Supremo

La percezione della propria contingenza, inferiorità e debolezza

Lo statuto teologico dell’esperienza religiosa

Proprie

importat

ordinem

ad

Deum

(

S.Th

. II-II, q. 81, a.8): «propriamente riguarda il rapporto dell’uomo con Dio».

Nell’esperienza religiosa esiste una dimensione dialogica e personale

Nel fenomeno religioso è presente anche una aspirazione di redenzione > «desiderio di salvezza»

L’uomo si percepisce in una dimensione corporale (comune al resto del creato) e in una dimensione spirituale (trascendenza dell’uomo)

L’uomo sperimenta una dicotomia tra il bene che desidera fare e il male in cui si sente intrappolato:

video

meliora

,

proboque

; deteriora

sequor

.

Slide6

Tutto ciò fa sì che la domanda sull’Essere supremo o sull’Assoluto, non sia guidata solo dalla ricerca della verità sull’origine delle cose e sulla propria condizione esistenziale, ma assuma anche il carattere di un’invocazione che cerca una risposta, la ricerca di un volto, di un soggetto capace di amare.

Slide7

Il pensiero greco delle origini

In due secoli scarsi dal 600 al 400

aC

ha fatto emergere quasi tutti i problemi fondamentali che hanno messo in moto la ricerca filosofica:

Unità e molteplicità: la molteplicità delle cose presuppone un unico fondamento comune;

Essere e divenire: tra Parmenide (l’essere stabile) ed Eraclito (continuo movimento)

Finito e infinito: dall’

apeiron

di Anassimandro fino alla ragione senza limiti di Anassagora;

Materia e spirito: dal fondamento originario spirito/aria di Anassimene agli atomi/materia di Democrito;

Mondo e Dio: dall’Uno e Tutto di

Senofane

alla saggezza divina di Eraclito;

Immanenza e trascendenza: un «Dio del mondo», un «Dio cosmico»;

La questione su Dio:

Dall’indagine sulla natura si sviluppa la domanda su un principio divino;

Un Dio del pensiero: non più gli dei della fede mitologica, ma un Dio del pensiero razionale

Un Dio dell’uomo? La vita degli uomini si svolge all’interno dell’ordine divino che regola l’accadere naturale. Questo Dio non presenta all’uomo nessuna richiesta, né l’uomo può pregarlo chiedendo aiuto

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Da Socrate alla tarda antichità

Lo sviluppo della dottrina su Dio è evidente:

Il mondo e tutto ciò che accade rimanda ad un unico fondamento ontologico: proprio perché non si fonda su qualcos’altro, è assoluto e superiore agli stessi dei > Essere – Uno – Divino – Dio;

Il fondamento divino non sta solo all’origine, ma è anche il fine ultimo di ogni nascere e morire;

Il fondamento divino è l’origine dell’ordine, della bellezza e del significato della natura; è considerato come ragione che è attiva negli accadimenti del mondo;

La ragione divina è un essere spirituale distinto dalla materia (Platone); la stessa ragione viene distinta dal fondamento divino come sua prima emanazione

Il fondamento originario è illimitato (Anassimandro), è pienezza originaria di ogni bontà e bellezza (Platone), di ogni pura realtà ontologica e della vita spirituale felice (Aristotele): questo prepara la strada alla conoscenza della sua infinità. L’origine assoluta è ineffabile, irraggiungibile con le parole e i concetti umani e quindi non è possibile affermare niente di Dio (teologia negativa)

Slide9

Restano ancora dei limiti che solo con il pensiero cristiano saranno riconosciuti:

Dio non è mai considerato come Creatore del mondo: è solo colui che lo ordina o gli dà forma (Demiurgo) a partire da una materia preesistente;

La natura personale di Dio: il concetto di «persona» è estraneo a questo periodo > nessun rimando a un libero volere e agire: il pensiero greco è prigioniero della necessità degli eventi;

Il Dio del pensiero filosofico può essere anche il Dio dell’adorazione religiosa? Esiste certamente un desiderio di Dio e una nostalgia di ricongiungersi con lui, ma non un Dio che si possa pregare in modo personale e adorare in modo religioso.

Il pensiero biblico dell’Antico e del Nuovo Testamento

Esodo 3,1-15

[1] Mentre Mosè stava pascolando il gregge di

Ietro

, suo suocero, sacerdote di

Madian

, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’

Oreb

. [2] L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. [3] Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». [4] Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». 

Slide10

[

5] Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». [6] E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio

. [

7] Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. [8] 

Sono sceso

per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il

Perizzita

, l’

Eveo

, il Gebuseo. [9]Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. [10]Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». [11] Mosè disse a Dio:

«Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?».

 [12] Rispose: «

Io sarò con te

. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte

». [

13] Mosè disse a Dio:

«Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?»

. [14]Dio disse a Mosè:

«Io sono colui che sono!».

E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti:

“Io-Sono mi ha mandato a voi”».

 [15] Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in

generazione».

Slide11

«EHYEH A

Š

ER EHYEH > EHYEH mi ha mandato a voi»

Dio afferma di essere l’Esistente Assoluto > il suo nome è ESSERE: ma per Israele Dio è la «POTENZA»;

Dio è colui che fa essere tutto ciò che viene all’esistenza > il CREATORE; ma per Israele è il Dio dei padri;

Dio promette di essere presente tra il popolo > «Io sarò con te!».

«Io sarò là, come colui che sono, io sarò là»:

La rivelazione dell’immanenza di Dio nella storia

«Io sarò là»

«Io sarò là attivamente con voi, io sarò spesso con voi, ti visiterò parecchie volte…» > la costanza di Dio e la sua fedeltà;

La sua trascendenza rispetto alla storia

«Io sarò là come colui che sono»

C’è il mistero della sovrana libertà di Dio e il mistero di Dio in se stesso; Dio è il Santo

La sua trasparenza attraverso la storia

«Come colui che sono, io sarò là»

Pur rimanendo ignoto, Dio si farà comunque conoscere

Slide12

Qual era il problema di Dio per l’uomo dell’AT?

Il problema esistenziale > Dio è qui con noi ora! Può sfociare nel dubbio religioso!

Il problema funzionale > Questo Dio che cos’è

per

noi?

Il problema noetico > come conoscere questo Dio > attraverso le sue visite

Il problema onomastico > che Nome dare a questo Dio

La conoscenza non è semplicemente un fatto intellettuale; essa implica il cuore inteso in senso biblico, ossia il centro e la sorgente di tutta la vita interiore nella sua complessità di pensiero, desiderio e deliberazione morale.

La conoscenza di Dio è un fatto non solo di cognizione (sapere), ma di riconoscimento (accettazione)

Qual era il problema di Dio per l’uomo del NT?

Identica alla struttura quadriforme dell’AT

Nuova in senso trascendentale, nuova quanto al Nome di Dio che fu rivelato attraverso il Cristo

Dio rimane sempre l’unico Dio dell’AT > il suo nome è Abbà/Padre

«Noi saremo là, come chi noi siamo, saremo là»: nuova formulazione in termini trinitari

Slide13

Il pensiero dei Padri della Chiesa

Giustino

(II sec.) > il concetto di «

logos

spermatikòs

(semina Verbi

)» gli consente di vedere nella filosofia greca la presenza «germinale» della verità cristiana. Per il filosofo cristiano l’idea di Dio è innata nell’uomo.

Tertulliano

(II sec.) > deciso avversario della filosofia pagana vista come sapienza di questo mondo che si oppone al cristianesimo. «

Credibile est,

quia

ineptum

est […],

certum

est,

quia

impossibile est» > «Credo

quia

absurdum

». L’autore africano riconosce comunque l’esistenza di una conoscenza naturale di Dio: l’uomo, a partire dalla sua

conditio

humana

, ha la possibilità di conoscere Dio nel mondo «come la suprema grandezza che sussiste nell’eternità, che non è nata né generata, che è senza inizio e senza fine» (

Adv

. Marc. I 3,2).

È sua l’espressione «

testimonium

animae

naturaliter

christianae

» (

Apol

. 17,6). Il Dio dei filosofi dice già il vero Dio, ma non lo può comprendere così pienamente com’è avvenuto in Cristo.

Lo gnosticismo

. Più che un pensiero è una galassia di pensieri diversi. La conoscenza della scintilla divina porta l’eletto a immedesimarsi con Dio.

Clemente Alessandrino

(II-III sec.) > come Mosè e i profeti preparano la strada verso Cristo e in lui trovano il loro compimento, così, per mezzo della stessa provvidenza divina, per i pagani la sapienza dei greci rimanda alla verità cristiana come al suo compimento. Clemente è il primo a parlare di «vera gnosi» intendendo la giustificazione scientifica e lo sviluppo della fede con l’aiuto della conoscenza filosofica (= la teologia).

Slide14

Origene

(III sec.) > voleva penetrare la fede cristiana pensandola con gli strumenti della filosofia, cercando però di giustificare razionalmente anche tutte le dottrine della Sacra Scrittura. Il Dio uno e infinito è compreso da Origene in senso cristiano come Dio trino.

Agostino

(IV-V sec.) > la ricerca agostiniana parte dalla domanda sulla «verità»:

«

Noli

foras

ire, in te

ipsum

redi, in interiore

homine

habitat

veritas

» (De vera religione 39,72).

Per quanto riguarda la conoscenza di Dio, Agostino conia la distinzione tra «conoscere» e «comprendere»: possiamo conoscere Dio, persino conoscerlo con certezza, ma mai possiamo comprenderlo. Egli va sempre oltre tutto ciò che di lui, anche nella fede, possiamo capire e affermare.

In Agostino tutto è aspirazione a conoscere Dio, sia come filosofo che come teologo; una conoscenza che è sostenuta e stimolata da un profondo desiderio di Dio e dall’amore di Dio.

Cfr

le

Confessiones

Sempre di Agostino l’intuizione di parlare di Dio attraverso la «

Via

pulchritudinis

» (cfr. testo delle

Confessiones

).

Slide15

Agostino,

Confessioni

X,27,38

 

Sero

te amavi,

pulchritudo

tam

antiqua et

tam

nova,

sero

te amavi

!Et ecce intus eras et ego foriset ibi te quaerebamet in ista formosa, quae fecisti, deformis irruebam,mecum eras, et tecum non eram,ea me tenebat longe a te,quae si in te non essent, non essent.

Tardi ti ho amato,bellezza tanto antica e tanto nuova,tardi ti ho amato!Ed ecco tu eri dentro e io fuorie lì ti cercavoe in queste tue creature, che sono belle, bruttamente mi gettavo.Tu eri con me, e io non ero con te.Mi tenevano lontano da te quelle coseche, se non fossero in te, non esisterebbero.

Vocasti et clamasti et rupisti surditatem meamcoruscasti, splenduisti et fugasti caecitatem meamfragrasti, et duxi spiritum et anhelo tibi,gustavi et esurio et sitiotetigisti me, et exarsi in pacem tuam

Tu

chiamasti e

gridasti

rompesti

la mia sordità,

brillasti

, splendesti

e

cacciasti la mia cecità,

facesti

sentire la tua

fragranza

e

aspirai e sono ansimante per te;

gustai

e

ho fame e sete;

mi

toccasti

e

mi infiammai per la tua pace

.

Slide16

Il pensiero su Dio nel medioevo

Bernardo di Chiaravalle

(1090 - 1153) > è un monaco cistercense e può rappresentare l’uomo tipo del Medioevo: per la tradizione monastica, legata ad Agostino e a Benedetto, il problema di Dio non consiste tanto nel voler comprendere Dio quanto nel volerlo «

sàpere

/ gustare

». Ciò che il monaco cercava nella sua esperienza religiosa è il «sapore di Dio». Al centro della teologia di Bernardo c’è il concetto di Amore che ha creato l’uomo e lo ha redento dopo il peccato: il credente impara ad amare Dio per sé stesso e questa comunione assume i tratti della

sponsalità

, vista la sua profondità e bellezza

Sermone 85 sul

Cantico dei cantici

:

«

Nel mio giaciglio ho cercato l’amato dell’anima mia

» (

Ct 3,1)Quaerit anima Verbum, cui consentiat ad correptionem, quo illuminetur ad cognitionem, cui innatatur ad virtutem, quo reformetur ad sapientiam, cui conformetur ad decorem, cui

maritetur ad fecunditatem, quo fruatur ad iucunditatem.L’anima cerca il Verbo per accettarne la correzione, per essere illuminata nella sua conoscenza, per trovare un appoggio per la sua virtù, per riformarsi nella sapienza, per conformarsi a lui ed essere più bella, unirsi a lui ed essere feconda, godere di lui ed essere nella gioia.

Slide17

Anselmo di Aosta / Canterbury

(1033/34-1109) > è un filosofo di ispirazione agostiniana: per lui la fede ha una priorità sulla ragione, anche se cerca di spiegare con motivi razionali i contenuti della fede articolandoli in modo strettamente logico-razionale. La sua opera principale:

Cur

Deus homo?

Le prove dell’esistenza di Dio:

L’esperienza del bene presuppone il buono in sé, il

summum

bonum

;

L’essere delle cose è limitato, deve darsi qualcosa di supremo che supera tutti i gradi limitati dell’essere

Una prova convincente di per se stessa, senza ricorrere ad altro:

Non vuole condurre l’incredulo alla fede in Dio: la prova presuppone la fede e si muove sul suo terreno

Anselmo chiede a Dio di concedere alla fede l’intelligenza: «

Non cerco infatti di capire per credere (intelligere ut credam), ma credo per capire (credo ut intelligam)». L’idea sulla quale si basa la prova proveniente dalla fede è che Dio è quella grandezza di cui «non si può pensare il maggiore (aliquid quo maius cogitari non potest)».

Slide18

Tommaso di Aquino

(1225-1274) > la sua opera speculativa, di grande estensione e profondità, cerca di ripensare l’intera filosofia e l’intera teologia con i concetti e i princìpi della filosofia aristotelica

Fondamentale e più importante delle prove dell’esistenza di Dio, è in Tommaso il concetto di «essere stesso» (

ipsum

esse

) o meglio di «essere stesso in sé sussistente» (

ipsum

esse in se

subsistens

): è un punto culmine del pensiero dell’uomo > Dio è «l’essere stesso».

L’«essenza» (

essentia

) di Dio è «ciò» che Dio è: «essere» ed «essenza» in Dio coincidono: Dio è la sua essenza e la sua essenza è l’essere stesso (

essentia

sua est suum esse). L’essere di Dio sussiste in se stesso, è la pienezza dell’essere in se stesso, separato in assoluta trascendenza dagli enti finiti che solo per mezzo del suo atto creativo acquistano la propria realtà, partecipando così in modo parziale e contingente dell’Essere.Dio è conoscibile come il puro «essere stesso» e di lui possiamo dire qualcosa, muovendo dai contenuti ontologici (perfectiones) del mondo dell’esperienza per trasferirli, superando tutti i limiti del finito, in modo eminente a Dio. Questo è possibile perché esiste una «similitudine» (similitudo) tra le cose finite e l’essere di Dio.È la conoscenza di Dio per «analogia»:Non possiamo concepire ciò che Dio è, ma solo ciò che non è;Oppure analogicamente > «in senso traslato»Affirmatio – negatio - supereminentia

Slide19

Le cinque vie per cogliere l’esistenza di Dio >

Utrum

Deus

sit

a partire dal movimento (

motus

) > passaggio dalla potenza all’atto; occorre presupporre una causa prima che muove senza essere in movimento;

a partire dall’ordine delle cause efficienti > richiamano una causa prima non prodotta;

ogni possibilità presuppone la realtà > tutto ciò che nasce e perisce un tempo era solo possibile, non reale. Ma se non ci fosse un essere reale, nulla sarebbe possibile. Dunque prima di ogni possibilità deve esistere una realtà necessaria;

nelle cose ci sono gradi di perfezione > dove esiste un più e un meno, deve esserci un massimo, cioè la causa dell’essere e delle sue perfezioni al quale tutti i gradi sono sottomessi;

muove dal «governo delle cose» > deve esserci un essere razionale per mezzo del quale «tutte le cose della natura sono orientate ad un fine».

«

quod

omnes dicunt Deum»Ma questo «Dio» è realmente oggetto di adorazione da parte della fede religiosa?

Slide20

Sintesi del periodo medievale

è anzitutto una filosofia cristiana > quasi tutti i filosofi medievali sono sacerdoti o monaci e fanno filosofia a partire dalla fede e con l’occhio rivolto alla teologia;

è ancora filosofia o è già teologia? I grandi pensatori del medioevo erano in tutto e per tutto pensatori cristiani, ma procedevano in modo puramente razionale e dunque strettamente filosofico. Erano «filosofi cristiani»;

erano concordi nella fede nel Dio cristiano, un aspetto che nel medioevo non ha mai fatto problema. La fede in Dio era ovvia e solo gli «stolti» potevano negarla;

è caratterizzato dalla contrapposizione tra Platone e Aristotele.

Il passaggio dal medioevo alla modernità > la priorità è la questione dell’uomo nel mondo

L’

U

manesimo

e l’Accademia platonica dei Medici a Firenze… è un ritorno, dal punto di vista filosofico (e non solo) all’antichità classica: Platone vs Aristotele, reminiscenze epicuree e stoiche…

La tendenza dominante è la «scoperta del mondo e dell’uomo»… l’ideale dell’Umanesimo era la riscoperta dell’uomo nel suo autentico valore naturale: tutti gli «ambiti

intramondani

» acquistano una loro autonomia, dando inizio a una svolta che favorisce il passaggio dalla trascendenza all’immanenza…

Slide21

La

Riforma

ottiene tra le altre cose l’obiettivo di scuotere profondamente la vita spirituale dell’Occidente…

l’Umanesimo è limitato ai «Dotti», la Riforma raggiunge tutti gli strati sociali

Dalla Tradizione la comprensione del Cristianesimo viene spostata alla pura parola della Scrittura, dall’istituzione ecclesiale alla giustificazione del singolo di fronte a Dio, dalla dottrina di fede oggettiva all’esperienza di fede soggettiva

Con la rottura dell’unità spirituale viene meno anche la sicurezza data dall’appartenenza alle fede di un’unica chiesa… il singolo viene rimandato alla propria coscienza

La

nuova scienza della natura

dove il metodo induttivo viene sviluppato dal genio di Leonardo da Vinci, dove Nicolò Copernico rivoluziona l’astronomia mettendo il sole al centro di tutto, dove Galileo scopre le leggi di gravitazione…

La «svolta copernicana»: dal geocentrismo all’eliocentrismo… riceve uno scossone la posizione dell’uomo non più al centro di tutto…

Le leggi matematiche mostrano che il mondo può essere dominato… la realtà può essere ridotta al dato empirico… ciò che non è calcolabile non è più considerato reale…

Slide22

Il Razionalismo

Cartesio

(1596 – 1650) è considerato il «padre della filosofia moderna», perché ha cercato di fondare la filosofia coma una «scienza rigorosa»…

il

Problema del metodo

: se la filosofia vuole essere scienza deve dotarsi di un metodo appropriato…

Le scienze naturali avevano un metodo fondato sull’esperienza mirata all’esperimento e all’osservazione e sull’applicazione della matematica in grado diportare le leggi della fisica al livello di leggi esatte…

Questo ha portato a ridurre tutto ciò che accade al suo elemento «calcolabile», escludendo le altre dimensioni che se non sono quantificabili non hanno senso…

Ciò che non è dimostrabile non ha alcun valore reale…

Dove trovare allora la «fondazione prima» della conoscenza dell’uomo?

Il Razionalismo trova questa «immediatezza» nell’autocoscienza dell’

ego

cogitans

L’Empirismo trova questa «immediatezza» nella datità sensibile…

Slide23

Cartesio e il «

Cogito ergo sum

»

«

Non v’è dunque dubbio che io esisto, s’egli m’inganna [il potentissimo e astutissimo ingannatore]; e m’inganni fin che vorrà, egli non saprà mai fare che io non sia nulla, fino a che penserò di essere qualche cosa

»: la proposizione «

io sono, io esisto

» è necessariamente vera tutte le volte che la pronuncio, o che la concepisco nel mio spirito… è la certezza originaria del

cogito ergo sum

.

È una intuizione già presente in Agostino… se uno dubita, sa di vivere, di pensare, di dubitare, insomma sa di esistere…

Per Cartesio la conoscenza del

cogitans

sum

è la forma originaria della conoscenza vera e sicura (vera et certa): «è vero tutto ciò che io concepisco in modo chiaro e distinto (clare et distincte)»…Quali idee sono talmente chiare e distinte da risultare vere e certe?Sono le «idee innate»Per Agostino > ideae in mente divinaPer Cartesio > ideae in mente humana > ma di origine divina!Il fondamento ultimo della verità e della certezza della conoscenza sta solo in Dio: Cartesio non sviluppa prove sull’esistenza di Dio, ma deve darlo per presuppostoLa conoscenza sensoriale è ingannevole > la sicurezza assoluta della conoscenza esige una prova dell’esistenza e della veridicità di Dio

Slide24

Cartesio porta due prove dell’esistenza di Dio

Noi abbiamo un’idea di Dio, che in quanto sostanza infinita, racchiude in sé ogni realtà e perfezione (

realitas

et

perfectio

)… l’esistenza di Dio è presupposta come causa della mia idea di Dio

prendendo le mosse da Anselmo >

id quo

maius

cogitari

non

postest

«

ens perfectissimum» > «L’esistenza di Dio sta presso di me almeno con lo stesso grado di certezza con la quale finora stavano le verità matematiche»Se Dio esiste quale «essere perfettissimo», egli non può ingannare, altrimenti non sarebbe perfetto… alla perfezione di Dio appartiene la sua incondizionata veridicità, visto che è quest’ultima ad assicurare la verità della nostra conoscenzaTutto ciò che è concepito in un’idea chiara e distinta dipende da un’idea innata posta da Dio, trattandosi di una comunicazione o di un’illuminazione che ha luogo per mezzo di Dio e che l’idea ha radicato in me. Solo grazie alla veridicità di Dio la verità incondizionata e la certezza sono assicurate, mentre l’esistenza di un «genio maligno» in grado di ingannarci viene con ciò esclusa.

Slide25

Sintesi

Cartesio

fonda il pensiero ricorrendo alla soggettività, al puro «Io penso»;

p

rospetta il dualismo moderno tra soggetto e oggetto, spirito e materia, in modo nuovo rispetto alla tradizione: il materiale diventa puramente meccanico e la conoscenza di esso puramente razionale, quantitativamente calcolabile;

dà alla questione di Dio una posizione fondamentale, perché ogni verità e certezza riposano sulla veridicità di Dio: poiché Dio non è dimostrabile a partire dall’esperienza di questo mondo, bisogna rifugiarsi nell’

idea innata Dei

L’intero sistema cartesiano sta o cade con la conoscenza di Dio: senza di essa nulla è veramente conoscibile e spiegabile e questo fa di

Cartasio

un testimone di Dio, e questo proprio all’inizio del pensiero moderno.

Da Cartesio si origina il movimento filosofico del

razionalismo

, sviluppato dapprima da Spinoza e

Leibniz

e poi dalle scuole filosofiche che arrivano fino a Kant. Il razionalismo trovò però anche oppositori decisi, come nel casi di Blaise Pascal (1623 – 1662).> Pascal distingue tra «esprit de géometrie» e «esprit de finesse», tra «raison» (intelletto) e «intelligence» (ragione), che chiama anche «conoscenza del cuore»: «Le coeur a ses raisons que la raison ne connaît pas

» (Pens 277); «C’est le coeur qui sent Dieu et non la raison» (Pens 278).

Slide26

«

Che cos’è l’uomo nella natura? Un nulla in confronto all’infinito, un tutto in confronto al nulla, qualcosa di mezzo tra il nulla e il tutto

» (

Pens

72).

«

Se vi è un Dio, Egli è infinitamente incomprensibile, perché non avendo né parti né limiti, non ha nessun rapporto con noi. Noi siamo dunque incapaci di conoscere ciò che Egli è, né se è. Stando così le cose, chi vorrà tentare di risolvere questo problema?

» (

Pens

233)

« Non posso perdonarla a Cartesio, il quale in tutta la sua filosofia avrebbe voluto poter fare a meno di Dio, ma non ha potuto evitare di fargli dare un colpetto al mondo per metterlo in moto; dopo di che non sa più che farne di Dio. »

(

Blaise

Pascal, 

Pensieri, 77)« È il cuore che sente Dio, e non la ragione. Ed ecco che cos'è la fede: Dio sensibile al cuore, e non alla ragione. »(Blaise Pascal, Pensieri, 278)

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L'anno di grazia

1654,

l

unedí

, 23 novembre, giorno di san Clemente papa e martire e di altri nel martirologio

, vigilia

di san

Crisogono

martire e di altri

,

Ddlle

dieci e mezzo circa di sera sino a circa mezzanotte e

mezzo…

 Fuoco. Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, non dei filosofi e dei sapienti.Certezza, Certezza. Sentimento. Gioia. Pace.Dio di Gesú Cristo. Deum meum et Deum vestrum. “Il tuo Dio sarà il mio Dio”.Oblio del mondo e di tutto, fuorché di Dio.Lo si trova soltanto per le vie insegnate dal Vangelo. Grandezza dell'anima umana.“Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto”.Ch'io non debba essere separato da lui in eterno. Gioia, gioia, gioia, pianti di gioia.Mi sono separato da lui. Dereliquerunt me fontes aquae vivae.“Mio Dio, mi abbandonerai?”.“Questa è la vita eterna, che essi ti riconoscano solo vero Dio e colui che hai inviato: Gesú Cristo”. Gesú Cristo.Gesú Cristo.  Mi sono separato da lui; l'ho fuggito, rinnegato, crocifisso. Che non debba mai esserne separato.

Lo si conserva soltanto per le vie insegnate dal Vangelo. Rinuncia totale e dolce. Sottomissione intera a Gesú Cristo e al mio direttore. In gioia per l'eternità per un giorno di eserciziosulla terra. Non obliviscar sermones tuos. Amen.

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Sintesi (modernità dal XVI al XVIII secolo)

questo periodo sta sotto l’impronta dominante della scienza moderna e dei suoi risultati. Da qui il desiderio di rifondare anche la filosofia come scienza rigorosa. In questo sforzo razionalismo ed empirismo sono accomunati.

i suoi rappresentanti principali (Cartesio,

Leibniz

, Locke…) si attengono ancora completamente alla comprensione cristiana di Dio.

Un mutamento si avvia con l’Illuminismo: dal deismo (illuminismo inglese) si passa al panteismo (in Spinoza) e quindi all’ateismo (al seguito di Hume e dell’illuminismo francese). Tutti questi orientamenti eserciteranno un largo influsso nel XIX secolo.

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Kant e l’idealismo tedesco

il suo pensiero ha avuto un ampio influsso sia nell’idealismo tedesco (

Hegel

), sia nel positivismo e nell’ateismo: la tesi che la metafisica sia impossibile e le prove di Dio siano contradditorie fu spesso assunta in modo acritico come un rigido dogma;

qui Kant fu frainteso: sua intenzione non era quella di annientare la metafisica e di distruggere la fede in Dio.

V

oleva solo dimostrare che la metafisica non può essere una scienza nel senso della scienza esatta e che la conoscenza di Dio è qualcosa di diverso da un semplice computo razionale. Essa presuppone l’esperienza umana e la coscienza morale;

è qui presente l’antico problema se Dio possa essere dimostrato solo come il fondamento assoluto del mondo (Aristotele, Tommaso…) oppure debba procedere dall’esperienza vitale che l’uomo ha di sé

(

Agostino,

Bonaventura

, Bernardo…);

la conoscenza teoretica e l’esperienza morale possono essere separate? Per Kant è necessario… appartengono invece all’unità della vita umana nel suo complesso…

l’idealismo tedesco ha conferito alla questione di Dio un ruolo centrale: l’ «assoluto», che in

Hegel rappresenta addirittura il solo contenuto della filosofia…e il tema dell’assoluto è sempre la questione di Dio… tutti i filosofi di questo periodo (dal 1781 Critica della ragion pura di Kant fino al 1831, anno della morte di Hegel) sviluppano il loro pensiero secondo la fede cristiana in Dio…

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è opportuno chiedersi se l’idealismo sia stato capace di raggiungere questo Dio:

ha caratteristiche panteistiche di marca neoplatonica e spinoziana

l’ambiguità dialettica del pensiero idealista sarà il punto di appoggio per i conflitti che seguiranno a favore o contro la fede in Dio.

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IL PROBLEMA CONTEMPORANEO:

LA MORTE DI DIO

ATEISMO O UOMO SENZA DIO?

La

conoscenza

di Dio

non è solo una questione di affermazione;

è un libero impegno in tutto uno stile di vita.

L’

ignoranza

di Dio

non è una semplice mancanza di conoscenza;

è anch’essa una libera scelta di un modo di essere.

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L’UOMO SENZA DIO NELLA BIBBIA

l’uomo senza Dio dentro il popolo di Dio

i popoli senza Dio al di fuori del popolo di Dio

il filosofo senza Dio

«

Lo stolto pensa:

Dio non c’è

. Il

Signore dal cielo si china sui figli dell’uomo per vedere se c’è un uomo saggio

, uno

che cerchi Dio

» (

Sal

14[13],1-2)

lo stolto nega che Dio sia attivo in mezzo al suo popoloalla base della negazione c’è l’esigenza della libertà: voglio che ciò che faccio sia lecito, allora rifiuto di credere che Dio sia qui per dirmi il contrario.Geremia (10,25) parla di «genti che non conoscono Dio»; Paolo (Ef 2,12) ricorda che ci sono popoli «senza Dio in questo mondo»Israele è il popolo di Dio perché «conosce» Dio, cioè «cammina con lui»;i popoli «senza Dio» «giacciono nelle tenebre e nell’ombra di morte» (Lc 1,79);il «popolo senza Dio» è destinato a riapparire nella storia.3. «Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero, perché essi facilmente s’ingannanocercando Dio e volendolo trovare. Vivendo in mezzo alle sue opere, ricercano con

cura e si lasciano prendere dall’apparenza perché le cose viste sono belle. Neppure costoro però sono scusabili, perché, se sono riusciti a conoscere tanto da poter esplorare il mondo, come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano?» (Sap 13,6-8).

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L’uomo, che è immagine di Dio, non può non trovare Dio sotto il tenue velo delle sue opere, accessibile a una pronta deduzione; l’uomo, però, può rifiutarsi di riconoscerlo! Questi «uomini di scienza» sono il prototipo di quelli del tempo moderno.

Torna ancora la domanda:

l’ateismo è una posizione intellettuale alla quale si può arrivare con il ragionamento, o è una libera scelta che impegna tutto l’essere?

La risposta della Bibbia è inequivocabile:

l’uomo senza Dio, sotto qualsiasi forma, è in malafede… non ha un’esistenza autentica

; si rifiuta di riconoscere la realtà della situazione umana rifiutandosi di riconoscere Dio, che è presente nella situazione costituendo l’intero significato di questa situazione. (

cfr

Sartre che considera l’ateismo come la decisione radicale

).

Il voler essere ateo è un voler essere uomo, e voler essere uomo è lottare per essere Dio. Ed è da questo punto di vista che ci accostiamo al problema dell’uomo senza Dio così come appare nella storia più vicina a noi.

Due epoche principali:

inizia nel XV sec. con il nascere dell’

esprit

laïque, la mentalità laica, e continua fino al XIX sec.: è l’epoca moderna!ha inizio con Marx come filosofo e Nietzsche come profeta e dura ancora…: è l’epoca post-moderna

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L’epoca moderna presenta due tipi di uomini senza Dio (semplificando all’eccesso):

1) l’uomo dell’ «

Accademia

»: è il rappresentante del XVII-XVIII sec.;

la dinamica che sottende il suo ateismo è la volontà di comprendere e di spiegare il mondo senza Dio (mondo = natura, uomo, storia, società)

2) l’uomo della «

Piazza del Mercato

»: è il rappresentante del sec. XIX:

la dinamica che sottende il suo ateismo è la semplice volontà di vivere e prosperare nel mondo senza Dio

L’

Illuminismo Francese

conteneva anche una volontà «politica»

la polemica contro fede/religione aveva anche lo scopo di destabilizzare le istituzioniLa genesi della volontà di ateismo dell’uomo dell’Accademia > tre avvenimenti intellettuali «medievali»…il passaggio del problema di Dio in un problema di natura filosofica (metafisico – gnoseologico – linguistico): è la separazione tra i due universi della fede e della ragionel’integrazione tomista di Aristotele: Agostino considerava l’universo come il luogo dove l’uomo poteva cercare Dio, nelle impronte che lui aveva lasciato, Tommaso considera l’universo radicalmente distinto da Dio e con una propria autonomia. Non è quindi sbagliato per l’uomo voler penetrare i suoi segreti.

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Nel Medioevo c’era la convinzione che, tra le conclusioni valide del pensiero razionale e le dottrine della fede, non si potesse né dovesse effettuare alcun conflitto insolubile. L’era moderna, dopo aver separato la fede dalla ragione, si spinge oltre e decide che c’è un’unica forma di verità razionale e un unico metodo di ricerca.

Al razionalismo va aggiunto lo scientismo: se la metodologia scientifica è atea e se essa è l’unica metodologia l’intelletto non può raggiungere la verità trascendente: quindi non esiste Dio!

Si può parlare di Dio, ma fuori dell’Accademia e fuori da ogni luogo pubblico: il progetto moderno di spiegare il mondo senza Dio comporta necessariamente il progetto di spiegare Dio… per la moderna volontà atea, il problema consiste nello sbarazzarsi di Dio spiegandolo… e la cosa fu facile…

se Dio non ha nulla a che fare con l’intelletto, allora deve essere relegato nella fantasia: Dio è opera dell’immaginazione!

«Parlate pure di Dio, se volete, dice l’era moderna, ma vogliate ricordarvi che non parlate che di voi stessi.

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3. la costruzione della problematica della creazione: è il problema della coesistenza e dell’agire insieme dell’infinito e del finito, del necessario e del contingente, dell’eterno e del temporale, dell’assoluto e del relativo. Questo problema ha due aspetti:

l’aspetto metafisico: se Dio è, e se è quello che è, come può esistere qualche cos’altro? L’età moderna ha deciso di scegliere tra due alternative realmente contrarie: o Dio o il mondo! Entrambe le scelte conducono all’ateismo!

Esiste solo Dio > il

panteismo

! Anche il mondo entra nella sfera del divino: se tutto è Dio, niente è Dio. Il

panteismo

è la negazione di Dio come creatore.

Esiste solo il mondo > il

materialismo

! Esso basta a spiegare se stesso: al di là di questo mondo, non esiste nulla.

l’

agnosticismo metafisico

> quello di Dio è un problema di cui non occuparsi «per principio»: l’agnostico si rifiuta di affermare che Dio «è», perché non può sapere «ciò» che Dio è… alla fin fine è un rifiuto a «pensare», un rifiuto alla «ricerca di Dio»

1796

Napoleone: «Non trovo nel vostro libro alcuna menzione di Dio»Pierre Simon Laplace: «Non avevo bisogno di questa ipotesi

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La volontà di ateismo dell’uomo del Mercato

Dio non è necessario per il successo di un’impresa economica… il problema su Dio viene posto in termini più «popolari» piuttosto che in termini «aristocratici»… la strada per l’ateismo «proletario» delle masse e all’ateismo «indifferente» è ormai aperta!

È questa la matrice del marxismo!

La volontà di ateismo dell’uomo di Città > l’ateismo politico (anticlericalismo)

duplice postulato

il «dogma» dell’indivisibilità e dell’

onnicompetenza

dello Sovrano

il «dogma» della separazione della Chiesa dallo Stato

il «dogma» che la religione e la fede sono una questione puramente privata

il «dogma» che la vita pubblica è per definizione «senza Dio»

Dio può abitare «nel cuore del singolo», ma non «in mezzo al popolo»

ponte con l’età «post-moderna»

la volontà politica di ateismo assume la forma di una negazione del Dio della storia (finora era stata negata l’esistenza del Dio del «cosmo»)la democrazia totalitaria nata dall’Illuminismo e dalla Rivoluzione Francese, proprio per il suo ateismo, è progenitrice diretta della dittatura comunista totalitaria nata dal marxismo…rivestito dell’armatura del potere grazie alla incorporazione in uno Stato… fa da ponte con la situazione della post-modernità…

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L’uomo senza Dio dell’epoca post-moderna

Post-modernità = suggerisce l’idea della continuità nella diversità (

sociatà

«liquida»

L’uomo senza Dio della «rivoluzione mondiale comunista»

L’uomo senza Dio del «Teatro»

Si tratta di una «collettività» (classe/partito): qui non c’è solo la volontà di comprendere il mondo senza Dio, ma la volontà di «trasformare» il mondo (

= tutto il sistema di produzione materiale e di relazioni umane che il lavoro dell’uomo produce

): la «natura» per

Marx

è il «corpo inorganico» dell’uomo. Si vuole «trasformare» la natura e l’uomo non solo «senza Dio», ma «sopprimendolo».

«Teatro» = il mondo dell’immaginazione pubblica, delle impressioni comuni, dei sentimenti generalmente condivisi riguardo alle varie cose.

È essenzialmente un mondo di fantasia e di emozione drammatica, che tuttavia serve da veicolo delle idee. Il «Teatro» è il progetto dell’uomo, che lui concretizza in gran parte per mezzo dell’arte (romanzo, il lavoro teatrale [teatro dell’assurdo], pittura…). Quest’uomo non è un filosofo nel senso classico… anzi è nemico della «metafisica»… la sua professione è la «fenomenologia», cioè la descrizione della «situazione» dell’uomo. L’uomo è una presenza, una specie di processo, un’esistenza, un continuo «venir fuori», un effettivo «essere-là-in-quel-momento»… . Quest’uomo non ha la volontà di capire il mondo, né di cambiarlo (il mondo è assurdo!)… il suo piano è far «ex-

sistere

» il mondo senza Dio… vuole «l’assenza» di Dio.

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Elementi comuni

condividono una medesima problematica: «

se Dio è, e se è quello che è, non solo il Creatore ma anche il Pantocrator, come può il mondo essere quello che è, il regno di tanti mali, il teatro dell’umana miseria?

»

(cfr. Massa e

Meriba

). Davanti al problema del male è la libertà dell’uomo che viene messa alla prova: «

Dov’è il mio Dio?

È il Dio vivente, o no?

».

entrambi accettano il mito della morte di Dio: «

In realtà questo vecchio Dio non vive più; egli è definitivamente morto

!

» (Nietzsche, Also sprach Zarathustra). Prima bastava dire: «Dio non esiste!», ora si annuncia un fatto storico e si richiede all’uomo una decisione. Dio è sparito dalla storia e l’uomo deve scegliere se essere arbitro del suo mondo.l’ateismo è un postulato – la tesi: il mito della morte di Dio ha la supremazia; se l’antitesi deve dimostrare la sua validità, tocca al cristiano (credente) far rinascere Dio, se può; tocca alla fede difendere la sua causa.considerano Dio non come qualcosa di «superfluo», ma come una «minaccia» da combattere ed eliminare… Dio è una fantasia pericolosa! Non solo «senza-Dio», ma orgogliosamente «contro-Dio»il fondamento della loro ostilità: se Dio è artefice della natura e signore della storia, Dio è nemico della libertà dell’uomo (= deve essere autonomia assoluta, altrimenti non è libertà!la loro idea di libertà è estremamente concreta: l’uomo sarà davvero libero, quando sarà anche libero dal suo «corpo inorganico»: nella «società comunista» oppure nella «esistenza nell’assurdo»

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Osservazioni sull’uomo senza Dio della Rivoluzione comunista

la volontà di opporsi a Dio è fondata nel fatto sociale della miseria umana: è un ateismo di esasperazione diretto contro la condizione storica dell’uomo nell’era industriale. Se Dio tollera il male, non è Dio!

la volontà di libertà è nata dall’esasperazione marxista di fronte allo spettacolo della miseria umana: la libertà vera è il potere di costruire un mondo nuovo, di trasformare l’uomo e la società… senza miseria.

il nemico ultimo della libertà è Dio, il

Pantocrator

. La conoscenza di Dio in senso biblico è la principale fonte dell’alienazione dell’uomo, opposto della libertà. Dio diventa il «sospiro della creatura oppressa»… una mera illusione! (La religione è «l’oppio del popolo»). Anche la religione più «privata» ha sempre un valore «pubblico»: l’uomo non può dire neanche nel segreto del suo cuore: Dio è qui!.

«

La religione è una questione ideologica; quindi è una questione che riguarda il partito; quindi è una questione pubblica; quindi va combattuta

» (Lenin).

il mito della morte di Dio è parte integrante dell’ideologia della Rivoluzione: quando l’uomo arriva a conoscersi grazie alla storia, quando capisce che è la creatura della storia e non di Dio… allora Dio è morto!

l’uomo-contro-Dio ha come fine la soluzione del problema del male. Si può permettere il male – di fatto si può anche compiere deliberatamente – purché serva alla causa della Rivoluzione. Dalla miseria, permessa o inflitta, l’uomo-senza-Dio può trarre il bene…. la «terra promessa» è la «società comunista mondiale»… il nuovo Signore, però, è il partito!

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l’uomo della Rivoluzione ha una nuova e sicura fiducia in se stesso. Gli eredi di

Marx

hanno rivestito le idee del maestro dell’armatura del potere, nella forma di un grande Stato le cui risorse devono essere mobilitate al servizio del progresso della Rivoluzione stessa.. la storia ha bisogno di un padrone, e di conseguenza ha bisogno di un servo… in questo servizio l’uomo della Rivoluzione trova la radice più profonda della sua fiducia.

Osservazioni sull’uomo senza Dio

del Teatro

Il modello può essere Jean-Paul Sartre > parte dal mito della morte di Dio e si chiede se la fede che afferma questo concetto è vivibile: cerca di descrivere il mondo e l’uomo dai quali Dio è assente.

la base non è il mondo delle idee, ma dei fatti: davanti sta il problema del male.

Camus

vede il mondo come un giardino chiuso, circondato dalla morte e, al di là della morte, il nulla. Ogni tanto la morte fa qualche scorribanda nel mondo e l’uomo si trova nell’ansia e nell’angoscia.

la libertà è ciò che l’uomo ha di essere l’ «inventore di se stesso» (Sartre), riconoscendo l’assurdità del mondo e di se stesso. La cosa va accettata senza la pretesa di voler cambiare qualcosa. Di fronte all’assurdità del mondo, l’uomo può fare solo una scelta: «essere-per-se-stesso». Ma questo significa essere Dio… è assurdo!

non c’è nessuna intenzione di confutare l’esistenza di Dio. La domanda è semplice: «Dio è qui, con noi?», la risposta altrettanto semplice: «No!». Dio è assente, anzi è necessario che sia assente. Perché il Dio vivente è la morte dell’uomo

!

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Conclusioni

Dal medioevo all’Accademia… su Dio si discuteva circa esistenza, essenza, conoscenza, linguaggio… il problema era «ciò che Dio è»… nel post-moderno: se Dio è morto perché discutere sulla sua conoscibilità… è sufficiente scegliere tra l’impegno a cambiare il mondo in nome della libertà dell’uomo, oppure accettare il mondo così com’è…

il problema su Dio è riapparso nei termini in cui l’aveva posto la

mens

biblica

: il problema viene posto sul piano storico-esistenziale…

I paladini del post-moderno dicono che Dio è morto, noi diciamo che Dio è il Vivente! Il problema è posto. Da che parte sta il mito? Da che parte la verità? Il mito è in Nietzsche o nel NT?

È in

Marx

o in Mosè? È in Sartre o in Paolo?

La presenza di Dio è costitutiva o distruttiva dell’esistenza storica dell’uomo? Perché l’uomo sia libero bisogna riconoscere la presenza di Dio o dichiarare la sua morte? Che cos’è che aliena l’umo da se stesso: il confessare che Dio è il Signore della storia o reprimerlo dalla propria coscienza? L’assurdo è conoscere Dio o ignorarlo?

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E… oggi?

Il soggettivismo radicale, individualista, libertario: l’io decide autonomamente e gli impegni si fermano davanti al «per sempre»…

la ricerca di esperienze sempre nuove e nuove emozioni… nomadismo intellettuale e spirituale (nuove religioni, nuovi riti,

NewAge

/

NextAge

)…

l’uomo è naturalista e materialista > non più

anima

, ma

mens

(destinata a morire con l’uomo)… l’uomo è un animale tra gli altri, solo più evoluto… nel vivere quotidiano tutto è naturale (non occorre una morale, perché tutto è buono, a condizione di non fare del male agli altri… i valori «umani» sono solo il frutto di un accordo…

dipendenza dai media (invasivi e pervasivi)… si pensa come i media e alla loro velocità… non c’è spazio per il silenzio…

il pluralismo religioso non solo di fatto, ma anche di diritto (cfr la negazione delle radici cristiane della Comunità Europea…) > rischio del relativismo religioso… anche i cristiani cercano altrove ciò che la fede cristiana oggi non riesce a dare loro…diffuso atteggiamento di indifferenza verso la questione religiosa che sfocia nel secolarismo… tengono alcune forme di appartenenza religiosa perlopiù legate alla tradizione (cfr «credenti non praticanti» [ossimoro] > Dio sì, Cristo no! Cristo sì, Chiesa no!)Oggi l’evangelizzazione deve tener conto di queste caratteristiche… siamo ormai nella logica del primo annuncio non della catechesi… è un cammino lento e paziente!

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Secolarizzazione e secolarismo

la

secolarizzazione

non è di per sé un fenomeno negativo: la chiesa ha riconosciuto la giusta autonomia delle realtà terrestri e umane, la laicità e la non-confessionalità dello stato, l’autonomia della politica e la non confusione con la religione…

diverso l’approccio del

secolarismo

e del

laicismo

. Da un «et – et» a un «aut – aut».

Indifferenza religiosa: «

Etsi

Deus non

daretur

»

Dio e la religione sono realtà di cui non ci si deve preoccupare, sono questioni irrilevanti, senza importanza… non che Dio non sia importante per la vita, semplicemente non c’entra, non serve… possiamo farne tranquillamente a meno! (cfr calo matrimoni in chiesa e battesimi… tengono solo i funerali!)In Italia: 5-6% di atei dichiarati adulti; 8-10% di giovani atei; 25-30% di praticanti; 50% e più gli indifferenti. Si nasce credenti e si diventa indifferenti spesso senza traumi. Verso un’epoca più religiosa, ma meno cristiana…tornano le gradi domande: chi sono? da dove vengo? dove vado?la fede cristiana è in crisi fuori e dentro…il clima di incertezza fa accettare la chiesa come «istituzione di carità», ma si impedisce ad essa qualsiasi ingerenza socio-politica… il fenomeno del ritorno del religioso si configura come una specie di «sacro fai-da-te»

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le forme religiose alternative intendono la salvezza come sforzo umano, cercano l’armonia del cosmo, oppure cercano un distacco dall’umano in una riproposizione «gnostica»…

sono tempi difficili, ma stimolanti, che chiedono risposte adeguate e vie nuove che sappiano rispondere alle effettive esigenze dell’uomo d’oggi, consapevoli che Gesù Cristo ha da dire qualcosa di importante anche a lui…

un punto molto delicato è il «silenzio di Dio» di fronte al male e di fronte alla sofferenza ingiusta…

Possono emergere due posizioni contrastanti:

un giudizio pessimista sulle condizioni e sul futuro della fede e della Chiesa…

un giudizio ottimista che ritiene che nel passato la chiesa ha vissuto momenti altrettanto difficili e li abbia saputi superare…

i nostri tempi esigono una posizione seria e attenta, che non nasconda le difficoltà e i pericoli, ma sempre nell’ottica convinta della fede per la quale comunque è il Signore a reggere le redini della storia…

la Chiesa deve restare tale, fedele al Vangelo nella sua integrità, senza cedere ad adattamenti al ribasso…

nei momenti di crisi la Chiesa sa offrire sostegno e viene ascoltata…

è necessario e urgente raccogliere la sfida… far emergere la domanda su Dio